Esa analizza la Dipendenza dai Videogiochi

Esattamente come gli avidi fan dello sport o i consumatori di qualunque altro settore dell’intrattenimento competitivo, i videogiocatori spendono il loro tempo in modo appassionato e coinvolto. Avendo intrattenuto i giocatori per più di quattro decadi, i videogame vengono fruiti da più di due miliardi di persone in tutto il mondo. L’Organizzazione Mondiale della Sanità sa che il senso comune e ricerche oggettive comprovano che i videogiochi non provocano dipendenza. Inoltre, conferire loro un’etichetta ufficiale sminuisce le vere malattie mentali come la depressione e il disturbo da ansia sociale, che necessitano di trattamenti e della completa attenzione della comunità sanitaria. Esortiamo vivamente l’OMS ad invertire la direzione presa con la sua decisione.

Con questa nota L’Esa (Electronic Software Association) ha voluto puntualizzare la sua posizione sulla bozza di indicazione dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo quanto espresso da  Vladimir Poznyak, membro del Department of Mental Health and Substance Abuse, di classificare la dipendenza dai videogiochi come patologia mentale: “I professionisti sanitari devono riconoscere che i disordini derivanti da videogiochi possono avere serie ripercussioni sulla salute …  La maggior parte di chi gioca non ha problemi, così come la maggior parte delle persone che bevono alcol. In alcune circostanze, però, gli effetti possono essere negativi”.

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