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Star Wars: Episodio VI – Il Ritorno dello Jedi

Il ritorno dello Jedi (Return of the Jedi), dal 2004 rinominato Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi (Star Wars: Episode VI – Return of the Jedi), è un film del 1983 diretto da Richard Marquand. Si tratta del sesto film, in ordine cronologico (terzo in ordine di produzione), della saga fantascientifica di Guerre stellari, ideata e scritta da George Lucas. È il terzo e ultimo della Trilogia originale (episodi IV, V e VI), alla quale è seguita la Trilogia Prequel (episodi I, II e III) e la Trilogia Sequel (episodi VII, VIII e IX). Vede come protagonisti Mark Hamill, Harrison Ford, Carrie Fisher, Billy Dee Williams, Ian McDiarmid, David Prowse, Sebastian Shaw, James Earl Jones, Anthony Daniels, Kenny Baker e Peter Mayhew. Il film è uscito nelle sale il 25 maggio 1983, a sei anni dal giorno dell’uscita del primo film, ricevendo recensioni per lo più positive. La pellicola ha incassato tra i 475 e i 572 milioni di dollari in tutto il mondo.

Dopo molte peripezie (narrate dal libro Shadow of the Empire di Steve Perry), la scena si apre nel desertico mondo natale di Luke, Tatooine , dove Han è tenuto prigioniero da Jabba the Hutt. Nel palazzo di Jabba arriva un nuovo cacciatore di taglie che porta con se Chewbacca per riscuotere la taglia sulla sua testa. Ma per Jabba non è difficile scoprire che questo nuovo cacciatore è in realtà Leia travestita che viene scoperta la notte stessa mentre cerca di liberare il suo amato Han, diventando una cortigiana dell’Hutt.Luke Skywalker, ormai Jedi, manda i suoi droidi come regalo a Jabba, per riscattare Han, ma il grosso boss non accetta questo scambio, facendo però diventare i due droidi suoi servi (in una comicissima scena). Luke in persona si reca da Jabba intimandogli di ridargli i suoi amici, ma dopo un epico scontro con un Rancor, viene fatto prigioniero e messo a morte con Han e Chewie nel deserto. Durante l’esecuzione però il jedi mostra tutte le sue abilità, e con Han, scongelato ma cieco, riesce a trarre in salvo tutti i compagni e a distruggere Jabba (strangolato da Leia, vestita molto succinta, nella nave da crociere del vermone). GLi amici così ritrovati, tranne Luke, partono per la nave madre ribelle. Luke invece si reca dal suomentore Yoda, morente. Il vecchio jedi spiega a Luke la storia della sua famiglia, che in realtà Darth Vader è suo padre, Anakin Skywalker, e che il giovane hja anche una sorella gemela, anche lei potenzialmente una Jedi. Per Luke è facile scoprire che questa sorella non è che Leia, ma si tiene il segreto per sè. Intanto Yoda, in una scena commovente ed epica, muore e prima di scomparire promuove il giovane Luke Skywalker CAVALIERE JEDI, ultimo di una stirpe millenaria. Arrivati sull’incrociatore ribelle, i nostri eroi scoprono che l’impero sta costruendo una nuova Morte Nera, vicino al pianeta boscoso di Endor e decidono di partire per il pianeta a scopo di disinserire lo scudo protettivo della stazione imperiale e permettere alle navi ribelli di distruggere la seconda Morte Nera..  Intanto sulla stazione imperiale arriva il malvagio imperatore Palpatine in persona, per testare la capacità distruttiva del satellite. Nel confronto verbale che ha con il suo allievo Dath Vader scopre che questi è ancora convito di trarre a se il figlio.  La squadra di Luke, Han e Leia arriva sul pianeta ma ben presto si divide perdendosi di vista. Vader sente il potere del figlio e si reca sul pianeta boscoso per catturarlo. Prima Leia, e poi gli altri, sconfortati dall’impossibilità di distruggere da soli il generatore dello scudo dell MORTE NERA, fanno amicizia col popolo degli Ewoks, teneri orsetti ma abili guerrieri.  Luke, nel villaggio degli Ewoks rivela il suo retaggio a Leia, che non sembra affatto stupefatta. Luke decide allora di confrontarsi di nuovo col padre recandosi da lui. Vader accoglie il figlio e lo porta davanti all’imperatore Palpatine. Arriva la flotta ribelle, comandata da Lando, ma trovando lo scudo ancora alzato sta avendo una rovinosa sconfitta. Ma sul pianeta i Han e Leia con l’aiuto dei simpatici orsetti riesce ad entrare nell’avamposto imperiale e a disattivare la scudo, anche se è troppo tardi.L’Imperatore cerca di trarre al lato oscuro della Forza il giovane Luke, che preso dall’ira sfida suo padre e lo sconfigge tagliandogli a sua volta una mano. Nello spazio il Millenium Falcon di Lando riesce comunque ad entrare dentro uno squarcio della Morte Nera per provare un attacco disperato all’interno della stazione. Intanto sul satellite imperiale, Luke si arrende e smette di combatter il padre.L’Imperatore irato usa tutto il suo potere per sconfigger il giovane jedi, ma Darth Vader, rendendosi conto dei suoi errori, prende il suo rugoso maestro e con un ultimo impeto lo scaglia nello spazio.Dath Vader è ferito e morente, Luke tenta di salvarlo ma è tardi. Il vecchio jedi chiede al figlio di togliergli la maschera, che gli permetteva di respirare per vedere per una volta Luke con i suoi veri occhi. Luke porta in salvo la salma del padre con una navetta mentre Lando sul Falcon distrugge la Morte Nera e con lei tutto l’Impero. La BATTAGLIA è FINITA. Sul pianeta di Endor è tempo di festeggiamenti, Luke fa ardere un rogo in onore del padre. Proprio mentre la festa infuria, i fantasmi dei tre ultimi jedi, Yoda, Obi Wan e Anakin Skywalker, danno un ultimo saluto e la loro benedizione al giovane cavaliere Jedi Luke Skywalker, che dovrà rifondare una stirpe che darà pace all’universo.

Come fatto in occasione del precedente film, Lucas finanziò personalmente Il ritorno dello Jedi. Inizialmente Lucas contattò David Lynch con in mente l’idea di affidargli la regia del film, ma Lynch declinò l’offerta per dirigere Dune. La regia venne offerta anche a David Cronenberg, ma il regista era già impegnato nelle riprese dei suoi Videodrome e La zona morta. Alla fine Lucas scelse Richard Marquand. Lucas avrebbe diretto personalmente alcune scene della seconda unità di regia in modo da rispettare la tabella di marcia e non sforare troppo con il budget. Inoltre, Lucas stesso ammise di essersi recato frequentemente sul set principale in modo da assistere Marquand il quale aveva poca dimestichezza con gli effetti speciali. Lucas lodò Marquand, che morì dopo soli quattro anni dall’uscita del film, definendolo “una persona molto gentile che lavorava bene con gli attori”. Marquand scherzò sul fatto di avere quasi sempre Lucas sul set, dicendo: «È quasi come cercare di dirigere Re Lear – con Shakespeare nella stanza a fianco!».

La sceneggiatura fu scritta da Lawrence Kasdan e Lucas (con contributi non accreditati da parte di David Peoples e Marquand), basandosi sul canovaccio di base sviluppato da Lucas. Kasdan afferma di essere stato lui a dire a Lucas che Il ritorno dello Jedi era un “titolo debole”, e quindi a fargli prendere in considerazione l’idea (poi comunque scartata all’ultimo) di chiamarlo La vendetta dello Jedi.[10] La sceneggiatura non venne terminata fin quasi all’inizio delle riprese, cosa inusuale per un kolossal del genere. Materia di dibattito era il fatto di far tornare o meno il personaggio interpretato da Harrison Ford, in quanto non c’era la certezza che l’attore avrebbe firmato il contratto per un terzo film della saga di Star Wars. A differenza degli altri protagonisti dei primi due capitoli, Ford era diventato una stella di prima grandezza grazie al successo di pellicole come I predatori dell’arca perduta e Blade Runner. L’attore suggerì di far morire il personaggio di Ian Solo all’inizio del film, ma Lucas si dichiarò fermamente contrario all’idea. Yoda non doveva apparire nella prima stesura del copione del film, ma Marquand credeva fosse molto importante che Luke tornasse a Dagobah per risolvere le domande lasciate in sospeso nel precedente film. Ciò portò Lucas ad inserire la scena nella quale Yoda conferma a Luke che Dart Fener è suo padre. Molte idee della sceneggiatura originale furono lasciate fuori dalla stesura definitiva. Per esempio, gli Ewok sarebbero dovuti essere dei Wookiee, Lando Calrissian doveva rimanere ucciso sul Millennium Falcon durante l’attacco alla seconda Morte Nera, e Obi-Wan Kenobi tornare in vita nella sua forma carnale grazie al potere della Forza.

Le riprese di Il ritorno dello Jedi iniziarono l’11 gennaio 1982 e terminarono il 20 maggio 1982. Le riprese esterne si svolsero per la maggior parte in California, mentre gli interni vennero girati negli Elstree Studios in Inghilterra. Per tenere il tutto nella più assoluta segretezza, alla lavorazione del film venne dato il titolo fasullo Blue Harvest con sottotitolo “Horror Beyond Imagination”. L’espediente venne messo in atto per celare a stampa e fan cosa stessero effettivamente girando, in modo da non far trapelare notizie dal set. Il primo trance di riprese fu un periodo di 78 giorni trascorso agli Elstree Studios in Inghilterra, dove le riprese del film occuparono tutti e nove gli studi disponibili. Le riprese iniziarono con una scena, poi eliminata dalla versione finale del film, dove i protagonisti si ritrovano nel mezzo di una tempesta di sabbia su Tatooine mentre fanno ritorno al Millennium Falcon dopo essere sfuggiti alle fauci del Sarlacc. Mentre si cercava di filmare la scena dove Luke Skywalker cerca di sfuggire dalle grinfie del mostruoso rancor, Lucas insistette per provare a realizzare la scena nello stile dei vecchi film di Godzilla della Toho ricorrendo all’uso di uno stuntman in costume. La produzione fece diversi tentativi, ma alla fine non si riuscì ad ottenere un risultato credibile. Allora Lucas decise di utilizzare un modello del rancor manovrato da un tecnico e di riprenderlo a velocità doppia in modo da eludere l’effetto “pupazzo”. In aprile, la troupe si trasferì nel deserto di Yuma in Arizona per un periodo di due settimane per girare gli esterni di Tatooine. Poi la produzione si trasferì nella foresta di redwood nel nord della California vicino a Crescent City, dove due settimane furono occupate per riprendere gli esterni della foresta di Endor, prima di spostarsi a San Rafael negli studi della ILM per circa dieci giorni di riprese in bluescreen. Per le scene delle corse ad alta velocità delle speeder-bike fu impiegata una Steadicam speciale dalla seconda unità di regia. L’inventore di tale congegno, Garrett Brown, si occupò personalmente delle riprese camminando nella foresta e filmando a meno di un fotogrammo al secondo. Camminando a velocità costante di circa 8 km/h e proiettando poi le immagini a 24 fotogrammi al secondo, fu possibile dare l’impressione che la velocità di spostamento fosse di 190 km/h.

Satyrnet

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