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Epic Games: il colosso che minaccia il futuro della creazione 3D

Epic Games: una minaccia per il nostro patrimonio digitale?

Chi avrebbe mai pensato che un’azienda famosa per i videogiochi potesse rivoluzionare il mondo della cultura e della ricerca? Epic Games, il colosso dietro Fortnite, sta costruendo un impero digitale che potrebbe cambiare per sempre il modo in cui creiamo, condividiamo e conserviamo i contenuti 3D. Ma a quale prezzo?

L’ascesa di un gigante

Con l’acquisizione di piattaforme come Quixel, ArtStation e Sketchfab, Epic Games sta monopolizzando il mercato degli asset 3D. La creazione di Fab, un marketplace globale per contenuti 3D, segna un punto di svolta: un’unica piattaforma che controlla l’intera filiera, dall’ideazione alla distribuzione.

Le conseguenze per la cultura e la ricerca

Questa centralizzazione del potere digitale ha profonde implicazioni per il mondo della cultura e della ricerca. La decisione di Sketchfab di rendere a pagamento l’accesso ai contenuti gratuiti è solo la punta dell’iceberg. Immagina un mondo in cui l’accesso al patrimonio culturale digitale è limitato da un’unica azienda. Un mondo in cui la ricerca scientifica è vincolata alle politiche di un’impresa privata.

L’Italia è impreparata

Le nostre istituzioni culturali e accademiche sono ancora troppo legate a soluzioni gratuite e poco sostenibili. Molti musei e università conservano i loro asset digitali su piattaforme commerciali, senza una strategia a lungo termine. Cosa succederebbe se queste piattaforme chiudessero o modificassero le loro politiche? Perderemmo un patrimonio inestimabile, frutto di anni di ricerca e investimenti.

Cosa possiamo fare?

È urgente sviluppare una strategia nazionale per la conservazione del patrimonio digitale. Dobbiamo investire in infrastrutture digitali aperte e sostenibili, promuovere l’uso di formati aperti e incoraggiare la collaborazione tra istituzioni.

Le domande a cui dobbiamo rispondere:

  • Come garantiamo l’accessibilità a lungo termine dei nostri dati digitali?
  • Come promuoviamo la cultura dell’open data nel mondo della cultura e della ricerca?
  • Come possiamo rendere le nostre istituzioni più resilienti di fronte ai cambiamenti tecnologici?

Il futuro della cultura e della ricerca è digitale. Non possiamo permetterci di rimanere indietro.

maio

Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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