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Elon Musk vuole comprare Hasbro per “salvare Dungeons & Dragons dal wokismo”

Elon Musk colpisce ancora, questa volta puntando al cuore della cultura nerd. Il miliardario sudafricano, sempre pronto a far discutere, ha acceso il dibattito sui social con un’idea che suona tanto provocatoria quanto ambiziosa: acquistare Hasbro, la multinazionale dietro Dungeons & Dragons (D&D), per proteggerlo – a suo dire – dal “wokismo” che sta invadendo il mondo del gioco di ruolo più iconico di sempre.

Ma cosa c’è dietro questa mossa? E cosa significa per la community dei fan di D&D? Vediamo insieme i dettagli.

Il tweet che ha acceso la polemica

Il tutto è iniziato con un tweet pubblicato da Musk il 22 novembre su X (ex Twitter):

«Nessuno, e dico nessuno, può criticare E. Gary Gygax e i geni che hanno creato Dungeons & Dragons. Che diavolo c’è che non va con Hasbro e WoTC?? Che possano bruciare all’inferno.»

La frase, dai toni infuocati, rispondeva a una controversia sollevata da alcune pagine del libro The Making of Original Dungeons & Dragons 1970-1977 di Jon Peterson. Questo volume, che celebra i 50 anni di D&D, descrive come il gioco sia stato inizialmente pensato per un pubblico maschile e bianco, riflettendo la demografia dominante dell’epoca. Una constatazione storica che però ha mandato su tutte le furie Musk e molti altri fan nostalgici.

Quanto costa Hasbro?

La storia, però, non si è fermata al semplice sfogo social. Musk ha infatti lanciato un secondo tweet che ha fatto discutere:

«Quanto costa Hasbro?»

Hasbro, nota soprattutto per giochi come Monopoly, My Little Pony e il franchise dei Transformers, possiede anche Wizards of the Coast (WoTC), la divisione responsabile di Magic: The Gathering e di D&D. Quest’ultima, grazie all’enorme successo durante il lockdown, rappresenta oggi uno dei maggiori asset di Hasbro.

Il nodo del “wokismo” in D&D

Negli ultimi anni, Dungeons & Dragons ha subito diverse trasformazioni per adattarsi ai tempi moderni, includendo temi come la rappresentazione LGBTQ+, la diversità razziale e anche l’introduzione di personaggi con disabilità. Tuttavia, questi cambiamenti non sono piaciuti a tutti. Una parte della community più conservatrice – spesso legata a una visione tradizionale del gioco – li considera un’intrusione nel “loro” passatempo.

Per esempio, Wizards of the Coast ha rivisto il concetto di “razza” nel gioco, cercando di allontanarsi da stereotipi problematici e promuovendo un approccio più inclusivo. Scelte che, se da un lato hanno ampliato il pubblico di D&D, dall’altro hanno generato critiche dai fan più “puristi”.

Musk e il posizionamento nella cultura pop

Per Elon Musk, questa polemica sembra un’occasione per consolidare il suo appeal verso un pubblico giovane, prevalentemente maschile, che guarda con nostalgia alle versioni più tradizionali di D&D. Non è solo questione di giochi, ma di strategia politica e culturale: Musk si sta chiaramente posizionando come una figura simbolo per chi si sente “lasciato indietro” dai cambiamenti sociali e culturali.

Un’operazione simile a quella di Donald Trump, che ha fatto breccia nel “bro vote” – ovvero i giovani maschi americani appassionati di sport, auto e podcast sulle arti marziali. Insomma, Musk si presenta come un mix tra imprenditore visionario, nerd appassionato e icona conservatrice.

Hasbro: acquisto o provocazione?

Dopo i tweet di Musk, le azioni di Hasbro sono salite da 62,50 a 65 dollari, portando la capitalizzazione dell’azienda a circa 10 miliardi di dollari. Per Musk, che secondo le classifiche è l’uomo più ricco del mondo, non sarebbe un acquisto impossibile. Ma al di là della fattibilità economica, è evidente che il vero obiettivo sia un altro: attirare l’attenzione e alimentare il dibattito.

Che futuro per D&D?

Che Musk compri o meno Hasbro, questa vicenda solleva una domanda più grande: quale sarà il futuro di Dungeons & Dragons? La crescente inclusività del gioco ha permesso di raggiungere nuovi pubblici, ma rischia di alienare una parte della fanbase storica. D&D, grazie anche a fenomeni come Stranger Things e il crescente interesse di Hollywood, si sta evolvendo da passatempo di nicchia a prodotto mainstream. Ma può davvero diventare un gioco per tutti?

Nel frattempo, Musk continua a giocare la sua partita – questa volta sul tabellone di uno dei giochi più amati di sempre. Riuscirà a fare un tiro critico? Solo il tempo ce lo dirà.

maio

maio

Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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