Elon Musk nega che le scimmie di Neuralink siano morte per i suoi impianti, ma… i documenti suggeriscono il contrario
Elon Musk ha dichiarato che “nessuna scimmia è morta a causa di un impianto Neuralink”, ma un nuovo rapporto di Wired sembra contraddire la sua dichiarazione.
Documenti pubblici ottenuti dal Physicians Committee for Responsible Medicine (PCRM) e visionati da Wired indicano che i soggetti macachi di Neuralink sono stati sottoposti a eutanasia dopo aver subito varie complicazioni, tra cui “diarrea sanguinolenta, paralisi parziale ed edema cerebrale”.
I documenti mostrano che una scimmia maschio è stata sottoposta a eutanasia nel marzo 2020 dopo che il suo impianto cranico si è allentato, e la necroscopia ha rivelato che “il fallimento di questo impianto può essere considerato puramente meccanico e non aggravato da infezioni”.
Il PCRM è un’associazione senza scopo di lucro che si batte contro l’uso di animali vivi nei test e che ha citato in giudizio l’UC Davis per ottenere i documenti del California National Primate Research Center (CNPRC), una struttura di bio-ricerca della scuola dove si sono svolti i test. I documenti sono stati pubblicati sul sito web dell’azienda e citati nelle lettere inviate mercoledì alla Securities and Exchange Commission, in cui si accusa Musk di frode finanziaria, in riferimento ai 280 milioni di dollari che Neuralink ha raccolto dagli investitori per creare un’interfaccia cervello-computer.
Wired riporta un esperimento del dicembre 2019, descritto in uno dei documenti, secondo il quale una scimmia ha dovuto subire l’eutanasia dopo che un pezzo dell’impianto cerebrale di Neuralink si era staccato durante il processo chirurgico, causando un’infezione.
Un altro macaco menzionato – noto come Animale 15 – “ha iniziato a premere la testa contro il pavimento senza un motivo apparente” pochi giorni dopo aver ricevuto l’impianto, e le sue condizioni sono andate peggiorando.
L’animale 15 ha iniziato a perdere la coordinazione e il personale ha osservato che si agitava in modo incontrollato quando vedeva gli operatori del laboratorio. Le sue condizioni sono peggiorate per mesi, finché il personale non ha deciso di praticare l’eutanasia. Un rapporto necroscopico indica che aveva un’emorragia cerebrale e che gli impianti Neuralink avevano lasciato parti della corteccia cerebrale “focalmente lacerate”.
Oltre a sostenere che nessuna scimmia è morta a causa di un impianto Neuralink, Musk ha affermato che la startup “ha scelto scimmie terminali (già prossime alla morte)” come cavie per “ridurre al minimo i rischi per le scimmie sane”.
Tuttavia, Wired cita un ex dipendente anonimo che afferma che ciò non è vero. “Abbiamo avuto queste scimmie per circa un anno prima che venisse eseguito qualsiasi intervento chirurgico”, afferma. L’ex dipendente, che ha richiesto l’anonimato per timore di ritorsioni, afferma che per il programma era necessario un addestramento comportamentale della durata di un anno, un lasso di tempo che avrebbe esentato soggetti già prossimi alla morte.
L’anno scorso, il PCRM ha presentato una denuncia al Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti (USDA), sostenendo che le pratiche di Neuralink violano la legge sul benessere degli animali. Neuralink deve anche affrontare un’indagine del Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti per le accuse di aver trasportato illegalmente dispositivi contaminati prelevati dal cervello delle scimmie.
Conclusione
I documenti ottenuti dal PCRM e le testimonianze degli ex dipendenti di Neuralink sollevano serie preoccupazioni sul benessere degli animali utilizzati dalla startup nei suoi test. È importante che Neuralink fornisca spiegazioni chiare e trasparenti sulle circostanze che hanno portato alla morte di queste scimmie.
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