Eleazaro Rossi, stand-up comedian romagnolo, classe 1982, è diventato uno dei volti più controversi e in voga nel panorama comico italiano. Il suo umorismo graffiante, che non lascia scampo, è un mix di cinismo e satira sociale, una macchina da guerra capace di demolire, con un sorriso velenoso, tutti i vizi e le ipocrisie della nostra società. Con il suo primo libro Grande figlio di pu**na*, edito da Feltrinelli, Rossi porta il suo inconfondibile stile direttamente sulla carta, offrendo ai lettori dieci storie che spingono i confini del gusto e della moralità.
Nel libro, Eleazaro Rossi continua a cavalcare l’onda di un umorismo urticante che lo ha reso celebre nei più grandi teatri italiani, dove il suo corpo si contorce come un grottesco fantoccio. Ma Grande figlio di pu**na* è molto più di un semplice insieme di storie divertenti: è un’operazione chirurgica sull’anima, una riflessione spietata sui nostri difetti e le nostre debolezze. Ogni racconto è un atto di accusa verso la società, ma anche un momento di riflessione, di quel malcelato disprezzo per i tic mentali che ci caratterizzano, ma che, alla fine, Rossi sa trattare con un pizzico di tenerezza, quando meno ce lo aspettiamo.
Il libro apre con un racconto che non si dimentica facilmente: un padre di famiglia, quarantasettenne e fino a quel momento esemplare, decide di abbandonare la via retta e intraprendere una vita di malvagità, ma non in maniera qualunque. Il suo nuovo punto di partenza? Suo figlio, come per un curioso e disturbante passaggio di testimone che rovescia le dinamiche familiari tradizionali. È una delle tante immagini potenti e surreali che Rossi dipinge nel suo libro, dove le situazioni più assurde si mescolano alla cruda realtà, creando un’atmosfera di innegabile disagio, ma anche di irresistibile attrazione.
E poi c’è il pamphlet che racconta le funzioni del corpo umano, ma visto sotto una lente del tutto inusuale: uomini e donne che, secondo l’autore, non comunicano più con le parole, ma attraverso i capezzoli. Questo, come tanti altri spunti presenti nel libro, è un esempio della sua capacità di rovesciare le convenzioni e offrire letture alternative e grottesche della realtà.
Non mancano personaggi da far rizzare i capelli, come una urologa seducente che approccia il suo paziente con una disinvoltura che mescola il set di un film porno con il macabro di una casa degli orrori. E poi ci sono ricchi e viziati proprietari di attici che, in un rituale di iniziazione decisamente poco ortodosso, perdono la loro innocenza in compagnia di vacche grigie ungheresi. E ancora, uomini minuscoli, scorpioni velenosi, amiche che evocano demoni vendicatori e ragazze che si imbattono nel vero amore nei posti più impensati. Ogni storia è una perla di cinismo, ogni personaggio una caricatura di quello che potrebbe essere un riflesso amplificato della nostra società.
Ciò che sorprende, però, è che dietro a questo umorismo crudo e tagliente, si nasconde anche una parte di sensibilità, un’anima che, seppur velata di disprezzo, riesce a sciogliersi e commuoversi. Un esempio lampante è la parte in cui Rossi, voce narrante delle storie, affronta il tema della morte con il suo solito sarcasmo, ma in modo paradossalmente dolce: “Ti voglio tanto bene, babbo. […] Adesso muori?” Qui l’ironia di Rossi non si limita a fare del male: diventa uno strumento per riflettere, per toccare un tema universale come la morte con una leggerezza che riesce a far male, ma anche a sorridere.
Eleazaro Rossi, secondo Doug Stanhope, cabarettista americano che ne riconosce il talento, ha segnato un punto di non ritorno nella storia della stand-up comedy italiana. “Si possono individuare due momenti nella storia della stand-up comedy italiana: prima di Eleazaro Rossi e dopo Eleazaro Rossi”. Il suo primo libro è un’ulteriore conferma di questa affermazione, un’opera che riesce a tradurre in parole l’energia provocatoria del suo spettacolo dal vivo, portando le sue riflessioni scomode a un pubblico più vasto, ma sempre pronto a mettersi in discussione.
Grande figlio di pu**na* non è un libro per tutti. È un libro che sfida i limiti del buon gusto, che usa l’ironia come una lama affilata per incidere la pelle di chi legge. Ma è proprio in questa sua audacia che risiede il suo valore: un’opera che, pur facendo ridere fino a far male, riesce a stimolare una riflessione profonda, svelando la nostra incapacità di affrontare le verità più scomode. Eleazaro Rossi, con il suo umorismo al vetriolo, ci costringe a guardarci dentro, a fare i conti con le nostre miserie e a trovare il coraggio di affrontarle.
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