Eccetto Topolino. Lo scontro culturale tra fascismo e fumetti

Questo saggio racconta la storia dell’editoria italiana a fumetti negli anni Trenta del Novecento: un approfondito dietro le quinte sull’avvento dei comics americani nel nostro Paese, sull’euforia collettiva per i grandi eroi dell’avventura (Topolino, Flash Gordon, L’Uomo Mascherato, Mandrake) e sulla violenta reazione che questa suscitò fra gli educatori e nel regime fascista, culminata con le proibizioni del 1938 che salvarono dal bando solo l’opera di Walt Disney.

Correggendo i molti errori tramandati in tanti anni di pubblicistica specializzata, l’opera prende in esame gli archivi del giornalista Guglielmo Emanuel, agente del King Features Syndicate, e dello scrittore Federico Pedrocchi, autore di punta della Mondadori: ne esce uno spaccato inedito dell’Italia anni Trenta e dei giochi di potere legati al mondo dell’editoria, con protagonisti Benito Mussolini, William R. Hearst, Cesare Zavattini, Giovanni Gentile e molti altri.

Quella del fumetto in Italia in quegli anni è una storia di eventi significativi e vicende personali, che fanno emergere in maniera efficace sia il clima culturale e politico dell’epoca sia l’approccio al fare fumetto da parte degli editori italiani.

Riguardo al primo aspetto, il controllo sul fumetto è senz’altro un aspetto del controllo della formazione dei giovani da parte del regime fascista, che intendeva evitar loro qualsiasi rischio di contagio di ideali e valori tramite i fumetti. Il divieto di pubblicazione dei fumetti stranieri era giustificato pubblicamente (e politicamente) con l’influenza che un mezzo così diffuso poteva avere sui ragazzi. I carteggi proposti nel saggio mettono in scena una rete di relazioni e una visione dell’iniziativa politica che facevano sentire gli editori relativamente al sicuro dalle conseguenze degli avvertimenti e degli obiettivi che il Governo proclamava con toni via via più alti. Questa sorta di cinico disincanto è ben testimoniato dallo stupore e dall’impreparazione di molti editori al momento in cui la stretta censoria ebbe effettivamente luogo.

Il saggio ha vinto nel 2012 il premio ANAFI – Miglior Saggista, il Premio Speciale Cultura del Fumetto del Gran Premio Autori ed Editori e il Premio Franco Fossati.

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