Dungeon 4, il nuovo gioco di Kalypso Media, ha finalmente ridato vita alla formula dei city builders per cattivoni. Unendo la gestione del nostro dungeon ad un RTS semplificato, il titolo offre un’esperienza stravagante e avvincente per gli appassionati del genere. Il gioco, sviluppato da Realmforge Studios, rappresenta la diretta continuazione di Dungeons 3 e si caratterizza per le due fasi di gioco differenti ma contemporanee che propone. Da un lato abbiamo il nostro covo, dove possiamo indirizzare i nostri servitori a scavare nella roccia, estrarre oro e mana, o costruire stanze, trappole e macchinari. Dall’altro lato, possiamo attaccare le forze del Bene, che tentano di respingere i nostri assalti con scarsa fortuna.
Le due fasi di gioco si differenziano notevolmente sia per la gestione che per la resa visiva, anche se presentano alcune somiglianze. Nella gestione del dungeon, non abbiamo un controllo diretto sulle creature al nostro comando e dobbiamo utilizzare una mano gigante per dare loro istruzioni o attaccare il nemico. Tuttavia, questo sistema di controllo può risultare scomodo, specialmente a causa dell’affollamento a schermo e della mancanza di uno zoom adeguato. Inoltre, l’eccesso di finestre e la dimensione spropositata della mano tendono a limitare la visuale del giocatore, creando un certo disagio.
Nonostante questi inconvenienti, la gestione del dungeon è indubbiamente il punto di forza del gioco. Dungeons 4, basandosi sugli episodi precedenti della serie, offre la possibilità di creare covi personalizzati in base alle nostre preferenze e necessità. La campagna single player prevede missioni ben strutturate, ma la fase di costruzione della base ci dà una buona libertà creativa, permettendoci di posizionare trappole strategiche e ottenere una gratificazione simile a quella di Orcs Must Die. Inoltre, dobbiamo assicurarci di mantenere un costante afflusso di risorse per mantenere le strutture e i mostri al nostro servizio. Tuttavia, la gestione delle truppe risulta ancora scomoda, poiché dobbiamo spostare manualmente le schiere il più vicino possibile al nemico per poterle vedere all’opera. Inoltre, la manona gigante non si posiziona mai esattamente sul punto indicato dal cursore, rendendo il controllo meno preciso di quanto si vorrebbe.
Nella fase del gameplay esterno, il gioco segue le dinamiche dei classici RTS, dove dobbiamo guidare le nostre truppe verso le posizioni nemiche in massa. Tattiche e strategie contano poco, contano piuttosto il numero e la tipologia delle unità. Inoltre, abbiamo la possibilità di lanciare incantesimi per facilitare la vittoria o ribaltare l’esito di uno scontro negativo. Gli incantesimi, le trappole e molte delle stanze e dei mostri sono sbloccabili attraverso un pannello di ricerca semplificato, che ci permette di accedere immediatamente ai risultati desiderati utilizzando le risorse accumulate.
Dal punto di vista del multiplayer, è possibile giocare in cooperativa con un amico, dividendo i compiti per una sfida ancora più divertente. L’umorismo che pervade il gioco, insieme all’atmosfera scanzonata e allo stile grafico, si adatta perfettamente all’ambientazione e ai personaggi principali. Inoltre, la voce narrante, che è la stessa di The Stanley Parable, offre un valore aggiunto evidente.
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Scritto da Il Cobra