Il 22 dicembre 2032 potrebbe segnare una data decisiva nella nostra storia. Se vi ricorda il 21 dicembre 2012, non siete soli: quella era la data in cui, secondo credenze e profezie più o meno fantasiose, si sarebbe dovuto verificare un evento di proporzioni planetarie, capace di produrre una discontinuità storica con il passato. Che si trattasse di una trasformazione spirituale o della fine del mondo, la scienza ha sempre smentito queste teorie. Eppure, con un ritardo di vent’anni, una minaccia reale potrebbe palesarsi sotto forma di un asteroide: il 2024 YR4.
Questo oggetto spaziale, con un diametro stimato tra i 40 e i 100 metri, passerà molto vicino alla Terra e, anche se le probabilità di impatto sono basse, la sua traiettoria richiede attenzione. La Scala Torino lo classifica al livello 3, un grado che non indica un pericolo imminente ma merita un monitoraggio costante. Se dovesse colpire il nostro pianeta, le aree più esposte sarebbero il Sud America, l’Africa centrale e l’Asia meridionale.
L’idea di un asteroide in rotta di collisione con la Terra ha sempre affascinato la fantascienza. Film come “Armageddon” e “Deep Impact” hanno mostrato soluzioni spettacolari per la difesa planetaria, spesso con esplosioni nucleari e missioni suicide nello spazio. Nella realtà, gli scienziati hanno già iniziato a lavorare su contromisure concrete. La missione DART della NASA, ad esempio, ha dimostrato nel 2022 che possiamo deviare un asteroide con un impatto cinetico controllato. Anche se meno hollywoodiano di una detonazione nucleare, questo metodo potrebbe rivelarsi efficace nel caso di YR4.
Ma quanto dobbiamo preoccuparci davvero? Le ultime stime della NASA indicano che la probabilità di impatto con la Terra nel 2032 è raddoppiata, passando dall’1,3% al 2,6% (1 su 38). L’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea, ha fornito una stima leggermente inferiore, attestandola al 2,4%. Anche così, numeri alla mano, il rischio rimane basso. L’astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope Project, ha cercato di placare l’allarmismo, spiegando che l’aumento delle probabilità è frutto dell’incertezza nella determinazione della traiettoria dell’asteroide e non di un pericolo concreto e immediato.
Ciò che preoccupa di più gli scienziati è il fatto che, a partire da aprile 2025, YR4 diventerà invisibile ai telescopi terrestri, poiché si troverà dietro il Sole. Questo renderà più difficile il monitoraggio fino al 2028, quando tornerà visibile e si potranno raccogliere dati più precisi. Fortunatamente, il telescopio spaziale James Webb potrà continuare a osservarlo, fornendo informazioni cruciali sulla sua composizione e sulla sua pericolosità.
C’è però un’ipotesi ancora più inaspettata: e se l’asteroide colpisse la Luna? Secondo David Rankin del Catalina Sky Survey, esiste una minuscola probabilità (0,3%) che il nostro satellite naturale diventi il bersaglio finale di YR4. Se questo dovesse accadere, l’impatto potrebbe generare un cratere di circa 2 km di diametro e proiettare detriti nello spazio. Alcuni di questi frammenti potrebbero raggiungere la Terra, ma senza conseguenze catastrofiche.
Insomma, per ora la fine del mondo sembra ancora lontana, ma la difesa planetaria resta un argomento cruciale. Se le probabilità di impatto dovessero continuare a salire, le agenzie spaziali potrebbero iniziare a pianificare contromisure più concrete. Nel frattempo, per gli appassionati di astronomia (e di fantascienza), il 22 dicembre 2032 diventa una data da segnare sul calendario: potrebbe essere il giorno in cui la Terra sfida ancora una volta il destino. O, almeno, il giorno in cui avremo la prova che tenere d’occhio il cielo è sempre una buona idea.
Aggiungi commento