Il Ritorno del Drago: La Rinascita Leggendaria di Dragovaia

C’era una volta uno splendido Drago si ergeva sui boschi dell’Alpe Cimbra da Lavarone, una creatura maestosa forgiata dalle mani abili dello scultore veneto Marco Martalar. Questa imponente scultura, nata per celebrare e dare nuova vita al monumentale albero dell’Avez del Prinzep, devastato dalla furia di una tempesta, si ergeva come un emblema di rinascita e resilienza. Definito come “il drago in legno più grande d’Europa”, il drago di Martalar aveva richiesto 3.000 viti e 2.000 pezzi di arbusti abbattuti, raccolti e trasformati con meticolosa dedizione.

Il Drago è ovunque. Il Drago è in ogni cosa. Le sue squame brillano nella corteccia degli alberi. Il suo ruggire si sente nel vento. E la sua forcuta lingua colpisce come il fulmine.
(Dal film Excalibur)

Il Drago e la Tempesta: Una Storia di Creazione

L’eco del drago risuonava ovunque. Le sue squame brillavano nella corteccia degli alberi, il suo ruggito riecheggiava nel vento, e la sua lingua biforcuta colpiva come il fulmine stesso. Marco Martalar, noto per capolavori quali il “Leone alato di Vaia” e “La custode” sull’isola della Certosa a Venezia, aveva inaugurato Dragovaia il 13 novembre 2021, dopo due mesi di intensi lavori. Questo drago, alto sei metri e lungo sette, possedeva una struttura interna di legno che sosteneva il materiale di recupero di Vaia, rendendolo una creatura unica e perfetta.

La Tragedia e la Rinascita

Ma la sorte aveva altri piani. Nella notte tra il 22 e il 23 agosto 2023, un incendio devastante distrusse l’immensa creatura. Tuttavia, dalle sue ceneri è nato un nuovo drago, più imponente e carico di simbolismo. Con le sue sei tonnellate di legno carbonizzato, i suoi sedici metri di lunghezza e i sette di altezza, il nuovo Dragovaia si erge oggi come la più grande scultura di drago in legno al mondo.

Il Nuovo Drago: Un Simbolo di Memoria e Resilienza

Realizzato con le radici degli alberi abbattuti dalla tempesta Vaia, questo drago porta con sé la memoria del suo predecessore. I pezzi di legno, intenzionalmente bruciati dall’artista Martalar, si uniscono ai resti dell’incendio per ricomporre una nuova opera. Questo drago non è solo un guardiano che ammonisce il fragile equilibrio tra l’uomo e la natura, ma anche un custode di memorie e storie, un simbolo di rinascita e resilienza che ci invita a restare umili davanti alla maestosità della natura.

Inaugurazione e Ringraziamenti

La nuova opera è visitabile da oggi, con un’inaugurazione prevista per il 1° luglio alle ore 11. Per maggiori informazioni, si può visitare il sito dell’Alpe Cimbra. Questo progetto è stato possibile grazie al contributo di numerosi enti e imprese, tra cui Cristelli Trasporti Eccezionali, Fulvio Caneppele, Cantiere Comunale, Falegnameria Curzel, Franco Marangoni, Comune di Lavarone, Comitato Avez del Prinzep e GreenLand, oltre a tanti altri che hanno generosamente supportato la rinascita del drago.

Gratitudine e Contributo

Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno contribuito, inclusi i 1650 sostenitori che hanno voluto partecipare e aiutare a raggiungere questo risultato. Per una lista completa dei nominativi, si può consultare il link: GoFundMe. Grazie a Martalar, scultore, per aver condiviso questa nuova e bellissima esperienza con il mondo.

La leggenda del drago continua, e con essa, la storia di resilienza e rinascita della nostra amata terra.

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