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Dogen City, la nuova Atlantide giapponese

Il Giappone sta lavorando ad un progetto che sembra uscito dalla serie “Fushigi no umi no Nadia“. Si chiama Dogen City, e non è un’idea sci-fi di qualche Mangaka, né un nuovo grattacielo, né un parco a tema tecnologico. È un intero habitat, una città galleggiante progettata per ospitare fino a 40.000 persone e diventare una sorta di “Neo Atlantide” anzi un nuova “Arca di Noè” del futuro.

La società dietro a tutto questo, N-Ark, afferma non senza enfasi che questa Venezia nipponica potrebbe resistere perfino a un’apocalisse. Dogen City, che misurerà 4 chilometri di circonferenza, avrà una organizzazione interna tale da consentire agli abitanti di raggiungere qualsiasi punto dell’area entro un’ora.

Ma cosa conterrebbe esattamente questa città galleggiante?

Dogen City, una moderna Atlantide, sarà  un mix tra un villaggio e una metropoli futuristica: la città galleggiante di N-Ark avrà di tutto, dai campi sportivi alle strutture abitative. Una megastruttura in grado, se necessario, di spostarsi navigando fino a un’altra posizione.

La progettazione di Dogen City si basa su una struttura circolare pensata per resistere a condizioni meteorologiche estreme. La città sarà composta da tre tipi di strutture. Un anello abitabile che crea una baia e protegge la città dagli tsunami, l’anello è stratificato, con cibo e infrastrutture collocate al di sotto delle zone abitabili. All’interno dell’anello, l’architettura galleggiante permette la riconfigurazione dello spazio secondo le funzioni urbane… Proprio come l’Atlantide descritta da Platone ma a prova di calamità e disastri.

Sotto il livello del mare si trova un centro dati ad alta tecnologia raffreddato dall’oceano. Il centro ospita il sistema operativo della città, così come gran parte dei suoi servizi medici. Una città sanitaria nella città, una banca del DNA, un centro di ricerca medica, strutture chirurgiche e di test: tutto sott’acqua. Questo manterrà i costi energetici bassi, permettendo un uso efficiente dello spazio. Infine saranno allestite una serie di strutture flessibili che potranno muoversi liberamente nella baia interna a seconda delle esigenze della popolazione.

Secondo il piano di sviluppo di N-Ark, la città dovrebbe essere completata entro il 2030. Per allora, gli ideatori progettano di realizzare sei elementi essenziali (medico, alimentare, abitativo, informazioni, servizi elettrici) da ampliare progressivamente. Ci sono ancora molte incognite su come una tale città galleggiante potrebbe essere realizzata e mantenuta nel tempo. Ciononostante, progetti come Dogen City rappresentano tentativi importanti di pensare a come le società potrebbero adattarsi ai cambiamenti climatici in corso e alle relative sfide, prima fra tutte l’innalzamento del livello del mare.

Giovanni Caloro

Giovanni Caloro

Giovanni Caloro, inventore del detto ‘non è un paese per Giovan(n)i’, nasce a Roma nel 1981. Regista, avant-gardener fonda Amarena Pictures insieme ad Alessandro Merletti De Palo. Vj e musicista durante il periodo universitario (tesi in storia del teatro, su ‘La Raffigurazione dell’Inferno nel Teatro Medievale’), affascinato dall’interazione fra musica e immagini, si accosta alla regia girando videoclip, videodanza, videoarte. Ascolta, con pochissime eccezioni, solo musica prodotta fino 1995, ama le serie tv, David Lynch, David Fincher e Stanley Kubrick. In casa ha solo 2 dvd, autografati dai rispettivi registi: Velluto Blu e Matrix.

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