Diva Futura: Un Viaggio Nella Trasgressione degli Anni ’90, tra Erotismo e Contraddizioni

Immaginatevi un’Italia a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, dove l’adolescenza era scandita da momenti di pura esplorazione, spesso accompagnati da un brivido di imbarazzo. Quella che oggi potrebbe sembrare una semplice fase di crescita, all’epoca era un vero e proprio rito di passaggio: scoprire il mondo della “TV hard” in un’era in cui la censura non aveva ancora ben definito i confini tra innocenza e trasgressione. Ed è proprio su questa linea sottile che si sviluppa il nuovo film Diva Futura, scritto e diretto da Giulia Louise Steigerwalt, un’opera che ci catapulta in un’Italia che cerca di ridefinire i propri tabù, tra drammi e commedie.

Con un cast stellare che include Pietro Castellitto, Barbara Ronchi, Denise Capezza, Tesa Litvan e Lidija Kordić, Diva Futura promette di essere una riflessione potente e ironica sull’immaginario collettivo degli anni ’90, un periodo di grandi contraddizioni, ma anche di libertà inaspettate. Il film, che arriverà al cinema il 6 febbraio, racconta le vicende legate all’agenzia italiana di casting e produzione Diva Futura fondata da Riccardo Schicchi e Ilona Staller (la celebre Cicciolina), una realtà che ha avuto un ruolo cruciale nella definizione della pornografia italiana e internazionale. L’agenzia, tra il 1983 e il 2021, è stata una delle colonne portanti di un’industria che si è fatta strada tra incertezze morali e un’inquietante fascinazione popolare.

La storia prende vita attraverso gli occhi di Debora Attanasio, una giovane segretaria che, alla disperata ricerca di un impiego per pagare il mutuo, si trova catapultata in un mondo sconosciuto e controverso. La sua avventura inizia con un lavoro presso l’agenzia Diva Futura, dove entra in contatto con i grandi nomi del mondo del porno italiano, come Ilona Staller (Cicciolina), Moana Pozzi e Éva Henger. A un primo sguardo, l’agenzia sembra una normale produzione cinematografica, ma sotto la superficie si nascondono gelosie, vendette e inganni, che contribuiscono al lento declino di una realtà che, negli anni ’80 e ’90, ha segnato profondamente la cultura popolare italiana.

Ma Diva Futura non è solo un racconto di intrighi e scandali nel mondo della pornografia. È anche una riflessione sulla percezione del corpo, del desiderio e della moralità in un’epoca in cui l’Italia, e più in generale il mondo, stava attraversando una profonda trasformazione sociale e culturale. I produttori Riccardo Schicchi e Massimiliano Caroletti, figure emblematiche nel contesto della produzione erotica, sono ritratti come eroi tragici, attori di una scena che si consuma lentamente, con una bellezza decadente che pervade ogni fotogramma del film.

Quello che emerge dal film è il contrasto tra l’emancipazione femminile e il suo sfruttamento, tra l’estetica del piacere e le ombre della realtà che si cela dietro la macchina da presa. Le protagoniste, come le stesse star del porno, sono figure ambigue, che oscillano tra il desiderio di liberazione e la consapevolezza del proprio ruolo in una macchina mediatica che le trasforma in oggetti di consumo. In questo gioco di potere e vulnerabilità, Diva Futura riesce a raccontare la complessità dei personaggi e delle relazioni, senza mai cadere nella trappola della moralizzazione.

In un film che affonda le radici in un’epoca che sembra ormai lontana, ma che conserva una sua potenza evocativa, l’elemento nostalgico è inevitabile. La fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90 sono momenti cruciali per la società italiana, un periodo in cui le regole morali erano ancora molto rigide, ma che si stava preparando a fare i conti con una nuova percezione della sessualità e della pornografia, spesso alimentata dalla televisione. Ed è proprio questo contrasto tra il desiderio di esplorare e la paura del giudizio che pervade ogni fotogramma del film, che ci riporta a un’epoca in cui ogni piccolo gesto, ogni clic sul telecomando, sembrava poter sconvolgere l’equilibrio di un’intera famiglia.

Nel racconto di Diva Futura, l’adolescenza diventa metafora di una società che naviga nell’incertezza, in cerca di nuove identità, ma anche di una comprensione più profonda di se stessa. La produzione, curata da Groenlandia, Piper Film e Rai Cinema, affida alla regista Giulia Louise Steigerwalt la responsabilità di raccontare questa storia con un linguaggio cinematografico che miscela dramma e ironia, risate e riflessioni. Il film è stato presentato in anteprima alla 81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e ha già suscitato molta curiosità tra il pubblico e la critica, promettendo di diventare un cult per gli appassionati di cinema e di cultura pop.

Con un’uscita programmata per il 6 febbraio, Diva Futura è il film che non teme di svelare l’intimità e le contraddizioni di un’Italia che, nel cuore degli anni ’90, stava cercando di ridefinire se stessa. Un film che, tra risate, imbarazzi e riflessioni, ci fa rivivere un’epoca di trasgressione, curiosità e crescita, mostrando quanto i confini tra il proibito e il desiderato siano, in fondo, sempre più sfumati di quanto non vorremmo ammettere.

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