È di poche ore fa la notizia che il possessore di una stampa originale di Bansky da 40000 sterline, ha distrutto l’opera d’arte, che adesso non ha più alcun valore, nel tentativo di venderla al doppio.
Pochi giorni fa, Sotheby’s aveva messo all’asta una tela della “Ragazza con il palloncino” di Bansky, che ha raggiunto una quotazione record (1 milione di sterline, circa 1,2 milioni di Euro). Tuttavia, proprio al momento dell’aggiudicazione dell’asta, è successo qualcosa di incredibile: l’opera si è autodistrutta davanti a tutti, mangiata da un tritadocumenti nascosto preventivamente dallo stesso artista nella cornice del quadro.
Bansky stesso ha rivelato attraverso Instagram il senso della sua azione: ha volutamente nascosto un sistema di autodistruzione, nel caso l’opera finisse all’asta. Dietro al gesto clamoroso, ma in linea con lo spirito dell’artista, si nasconde una feroce critica verso la mercificazione dell’arte (anche se il gesto avrà, paradossalmente, effetti contrari, rendendo le opere di Bansky ancor più richieste sul mercato). Qui il link al profilo Istagram in cui Bansky rivela di aver volutamente nascosto un tritadocumenti nella cornice del quadro.
La performance artistica, perché di questo si è trattato, è stata davvero “graffiante” al punto che il gesto pare abbia aumentato il valore dell’opera. Quindi, un anonimo possessore di una delle poche stampe esistenti dell’opera ha pensato di replicare il processo armandosi di taglierino cosi da aumentare il valore della propria copia. Poi ha contattato una casa d’asta proponendo la vendita della tela sfigurata per un prezzo base di 80.000 sterline. Ma ha scoperto di aver ridotto il suo valore a 0 (anche se in realtà gli è stata proposta 1 sterlina). Naturalmente una cosa è l’autore che, coerente con se stesso, distrugga una sua stessa opera, in un gesto pubblico e mediatico, e un’altra cosa è una persona comune. Il risultato è che il proprietario scriteriato è stato considerato un “vergognoso vandalo” e le autorità hanno emanato comunicati per dissuadere altre persone a fare lo stesso.
Eppure a ben pensarci non è forse anche questa una conseguenza “artistica” del gesto di Bansky in quando simbolo dell’avidità e della scarsa capacità di comprendere l’arte di molti investitori ” da galleria”?