Diletta è un’opera travolgente di Osamu Tezuka, spietata e visionaria. Fatto precipitare dall’alto di un edificio da un produttore televisivo senza scrupoli, il disegnatore di fumetti Otohiko Yamanobe acquisisce lo strano potere “Diletta”, con cui riesce a condividere con chi gli sta intorno i fantasmi deliranti del suo genio artistico. Intuite le grandi possibilità di guadagno, il produttore riesce a costruire un grande trasmettitore per amplificare questo potere e creare così un nuovo media più potente della televisione. Nasce così “Diletta”, il mondo immaginario dei desideri e delle ossessioni, dove Otohiko può trascinare chiunque lo circondi, uno strumento che può ipnotizzare l’umanità intera. Quanto basta per trasformare l’industria dell’intrattenimento in una spaventosa arma di distruzione di massa. E non poteva finire in mani peggiori di quelle degli eroi di questa storia. Sardonica demolizione della “società dello spettacolo” e dell’idiozia che la sostiene, Diletta è ancora più attuale oggi di quando venne concepita, alla fine degli anni Sessanta, anticipando l’esplosione di internet e dei mondi virtuali.
Ecco come lo stesso Osamu Tezuka descrive la sua opera:
“Diletta è stato pubblicato sulle pagine della rivista «Manga Sunday» subito dopo Ningen Domo Atsumare! La parola “diletta” non ha nessun significato particolare. Se dovessimo proprio cercare un significato, potrebbe essere l’abbreviazione di “dilettante”. Questo termine però non suona bene e, come titolo, avevo paura che non venisse recepito dal pubblico. In realtà, a differenza di Ningen Domo Atsumare!, il manga Diletta non ebbe molto successo. Probabilmente perché Diletta appare per la prima volta solo nella seconda metà del libro, la storia è piuttosto complicata e il protagonista, Ichiro Monzen, è il cattivo della storia. In ogni caso credo che il gioco della metamorfosi, quella trasformazione che fa diventare bella Nagisa Harumi quando ha fame, sia ben riuscita. Ho cercato di parodiare i tremendi sforzi che le donne fanno per diventare belle, come le diete o il calcolo delle calorie. Sarei felice se i lettori comprendessero che Diletta è un’allegoria dell’egoismo delle persone che le stanno vicino. Inoltre vorrei che si capisse fino a che punto può spingersi l’orrore quando l’autorità nazionale utilizza un media come Diletta . La prima edizione fu pubblicata in un unico volume da Jitsugyo no Nihon Sha. All’epoca per inserire centinaia di pagine in un unico volume abbiamo dovuto però omettere, con estremo rammarico, delle parti dalla seconda metà rispetto all’originale pubblicato su rivista. La seconda edizione doveva essere pubblicata dalla Kisotendaisha in due volumi, mantenendo i tagli della prima. Uscì però solo il primo. Questa terza edizione è praticamente uguale a quella apparsa sulla rivista. Quando la seconda parte ambientata al Fuji Metropolis veniva pubblicata a puntate, c’era l’Expo di Osaka, “Diletta” quindi non era altro che uno dei tanti padiglioni venuti da ogni angolo del mondo“.
Osamu Tezuka è unanimemente considerato il “Dio del Manga” giapponese, ed è indubbio che senza il suo lavoro il mondo del manga e dell’anime non sarebbe potuto essere quello che è oggi. In quarant’anni di carriera, Tezuka ha realizzato più di settecento manga, arrivando a disegnare oltre 150mila tavole a fumetti. Nel corso degli anni Settanta, inizia a introdurre elementi dark ed erotici nei suoi fumetti e La cronaca degli insetti umani(1970-71) ne è un perfetto esempio; Fushigi na Merumo (1970-72), che affronta la questione dell’educazione sessuale dei bambini e Alabaster (1970-71) storia di un serial killer spietato. Realizza in seguito Budda (1972-1983), sulla figura di Siddharta, e Black Jack, sulle avventure di un medico senza licenza. Negli anni Ottanta realizza il celebre La storia dei tre Adolf, ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale e Gringo (001 Edizioni, 2016).
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