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Diabolik Chi Sei? – La Deludente Conclusione della Trilogia del Re del Terrore

Il 30 novembre è arrivato nelle sale l’ultimo capitolo della trilogia dedicata al Re del Terrore, “Diabolik Chi Sei?”, diretto dai Manetti Bros. in una produzione Mompracem con Rai Cinema. Con un cast che include Giacomo Gianniotti nei panni di Diabolik, Miriam Leone come Eva Kant, Valerio Mastandrea nel ruolo dell’ispettore Ginko e Monica Bellucci nel ruolo di Altea, il film conclude un ciclo iniziato nel 2021 con Diabolik e proseguito nel 2022 con Diabolik – Ginko all’attacco!. I primi due episodi erano stati accolti positivamente da critica e pubblico, con incassi che superano i 30 milioni di euro, e avevano mantenuto l’estetica noir e l’azione spettacolare tipica dei fumetti di Angela e Luciana Giussani.

In questo terzo film, Diabolik e Eva Kant architettano una rapina alla contessa Wiendemar per impossessarsi della sua collezione di monete rare. Tuttavia, la loro operazione viene interrotta da una banda di criminali che nei mesi precedenti aveva terrorizzato Clerville con rapine sanguinose. Dopo aver ucciso la contessa, i malviventi si impadroniscono delle monete, rovinando il piano di Diabolik ed Eva. Durante la rapina, un membro della banda viene ferito e identificato, rivelando legami con Diego Manden, un avvocato apparentemente insospettabile, ma in realtà il capo di una spietata banda criminale. Diabolik e Ginko, ciascuno per proprio conto, cercano di scoprire la verità, ma presto si trovano a dover affrontare la banda insieme, con esiti tragici.

Nel tentativo di infiltrarsi nella villa di Manden, sia Ginko che Diabolik vengono catturati e imprigionati, trovandosi faccia a faccia per la prima volta. In uno dei momenti più intensi del film, Ginko, a un passo dalla morte, chiede a Diabolik la fatidica domanda: “Chi sei?” La risposta, “Io non so chi sono”, svela un passato misterioso, in cui Diabolik, da neonato, era stato salvato da un naufragio da King, un potente boss criminale. Cresciuto senza nome, aveva appreso le arti del crimine fino a diventare il Diabolik che conosciamo, assumendo l’identità del suo mentore dopo averlo ucciso.

Nel frattempo, Altea, preoccupata per il destino di Ginko, riesce a mettersi in contatto con Eva e, insieme, intraprendono una missione per liberare i prigionieri e sconfiggere la banda di Manden. Grazie all’ingegno di Eva e alla sua abilità nella creazione di maschere, le due donne riescono a liberare Ginko e Diabolik, ma non senza lasciare una scia di colpi di scena e alleanze inaspettate.

Il finale, che segue le orme dei precedenti capitoli, culmina in un funerale e in una nuova rapina, questa volta ai danni del Diamante Rosa. Il film, purtroppo, non riesce a superare le difficoltà tecniche e creative delle puntate precedenti. Le scene d’azione sono spesso poco convincenti, e la trama oscilla tra la farsa e la tristezza. A partire da scelte registiche discutibili fino a interpretazioni che non riescono a valorizzare i personaggi, il film sembra rimanere lontano dall’energia che caratterizzava i fumetti di Diabolik. La recitazione di Giacomo Gianniotti e Monica Bellucci, purtroppo, risulta poco incisiva, con i personaggi che appaiono spesso superficiali e poco sviluppati.

La vera delusione, però, arriva con l’inclusione di elementi grotteschi, come una “Baita Formaggi” inserita in un contesto di alta tensione, che sfiora la comicità involontaria. Il film sembra ripetere gli stessi errori visti nei capitoli precedenti, e la domanda che molti si pongono è: perché proseguire con una saga che ha ormai perso la sua verve originale?

Dopo aver assistito ai primi due film, sempre più deludenti, questo terzo capitolo non fa altro che confermare la tendenza negativa. La trama è noiosa, la regia approssimativa e la recitazione incolore. In un’epoca in cui il cinema si sta evolvendo con storie sempre più affascinanti e innovative, questa trilogia di Diabolik appare come un passo indietro, lontano dalla potenza e dal fascino del fumetto originale. È difficile non sperare che, dopo questo capitolo, i Manetti Bros. si dedichino a progetti più freschi e originali, lasciando definitivamente alle spalle il Re del Terrore.

maio

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Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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