Il 13 dicembre 2024 segna un ritorno alle radici di uno dei personaggi più iconici della televisione: Dexter Morgan. Con Dexter: Original Sin, finalmente riceviamo un prequel che esplora le origini di questo complesso antieroe, dando ai fan una nuova chiave di lettura per comprendere le sue motivazioni e il suo oscuro passato. Disponibile su Paramount+, la serie non si limita a rispondere ai quesiti lasciati in sospeso dalla serie madre, ma ci accompagna in un viaggio psicologico che scava nelle profondità di un personaggio che ha segnato un’intera generazione televisiva.
Ambientata nella calda e soffocante Miami del 1991, Dexter: Original Sin riesce a rievocare l’atmosfera che ha reso unica la serie originale. Il giovane Dexter, interpretato da un affascinante Patrick Gibson, ci presenta un protagonista ben lontano dal “patologo forense e serial killer dei serial killer” che abbiamo imparato a conoscere. Gibson non tenta di imitare Michael C. Hall, ma porta invece una nuova interpretazione del personaggio, intrisa di una sensibilità tutta sua. La voce interiore di Dexter, pur assente fisicamente, riesce a risuonare nei momenti giusti, creando una connessione interessante con l’immagine che avevamo di lui in Dexter.
Una delle forze della serie è l’introduzione di versioni più giovani di personaggi iconici della saga, come Maria LaGuerta, Vince Masuka e Angel Batista, che arricchiscono la trama con una presenza che evoca nostalgia ma allo stesso tempo porta freschezza. La serie non si limita a rispolverare volti familiari, ma introduce anche nuovi e carismatici protagonisti come Patrick Dempsey nei panni di Aaron Spencer e Sarah Michelle Gellar nel ruolo di Tanya Martin, i cui contributi si inseriscono perfettamente nelle dinamiche di Dexter senza snaturarne lo spirito.
Tuttavia, ciò che rende veramente avvincente Dexter: Original Sin è la continua esplorazione del legame familiare che definisce Dexter. In questa fase della sua vita, il giovane Dexter non è solo un uomo in lotta con il suo “passeggero oscuro”, come lo chiamava il padre Harry, ma è anche un figlio che, nonostante la sua natura mostruosa, cerca un legame con il mondo che lo circonda. La figura di Harry, interpretato da Christian Slater, emerge come una guida morale nel buio dell’animo di Dexter, cercando di insegnargli a controllare le sue pulsioni attraverso il “Codice”, un sistema che mescola vendetta e una morale distorta. La relazione padre-figlio, tanto complicata quanto fondamentale, è il cuore pulsante della serie, un conflitto che porta l’evoluzione del protagonista in direzioni tanto inquietanti quanto affascinanti.
Uno degli aspetti più disturbanti di Dexter: Original Sin è il modo in cui affronta il primo omicidio di Dexter. La scena in cui Dexter compie il suo primo crimine è scioccante, ma è anche fondamentale per comprendere la sua evoluzione come “giustiziere oscuro”. In quel momento, la discesa nell’oscurità del protagonista diventa tangibile e lo spettatore si trova a fare i conti con la crudeltà del gesto, ma anche con la necessità di comprendere come Dexter arrivi a giustificare queste azioni, pur essendo tormentato da esse. Il contesto carico di tensione diventa terreno fertile per il conflitto interiore che segnerà ogni sua mossa futura.
Dal punto di vista visivo, la serie non si limita a riprendere gli elementi che hanno reso celebre la saga di Dexter, ma li rielabora con nuove sfumature. La sigla, iconica quanto la serie stessa, viene reinterpretata in un nuovo intreccio visivo che mantiene il suo spirito ma introduce nuovi elementi che rispecchiano le prospettive morali e temporali della serie. La regia, inoltre, si concentra sui primi piani, creando un’atmosfera palpabile di tensione che permea ogni scena, alimentando il contrasto tra la normalità apparente del mondo che circonda Dexter e l’oscurità che si nasconde dentro di lui. La ricostruzione di una Miami dei primi anni ’90 è fatta con grande attenzione ai dettagli, rendendo la serie non solo una piacevole esperienza visiva, ma anche un viaggio nostalgico per chi ha seguito la saga fin dall’inizio.
Ma Dexter: Original Sin non è solo una storia di origini; è un’esplorazione della moralità e dei legami familiari che rendono il personaggio così affascinante. La lotta interiore di Dexter, il suo rapporto con Harry e la sua perenne ricerca di giustizia, seppur distorta, sono gli elementi che spingono la narrazione in avanti, tenendo lo spettatore incollato allo schermo. Dexter non è solo un mostro, ma un uomo che cerca disperatamente di trovare un equilibrio tra ciò che è e ciò che vorrebbe essere, in un viaggio psicologico che mette in discussione la nozione stessa di giustizia e vendetta. Dexter: Original Sin non solo riscrive le origini di un serial killer, ma getta le basi per nuove evoluzioni narrative, preparando il terreno per Dexter: Resurrection previsto nel 2025. Se Dexter: New Blood aveva chiuso un capitolo della saga, Original Sin riaccende la fiamma del mistero, lasciandoci con più domande che risposte, ma con la consapevolezza che la storia di Dexter ha ancora molte pieghe da esplorare.
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