La recensione di Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba Hashira Training Arc

Dal momento in cui, lo scorso autunno, era giunta in Italia la terza stagione di “Demon Slayer: Kimetsu no Yaiba”, l’attesa per la quarta stagione è stata lunga e carica di aspettative. Finalmente, grazie al lavoro straordinarrio dello studio d’animazione Ufotable, le nuove avventure di Tanjiro e compagni sono iniziate lo scorso 12 maggio 2024 coinvolgendo il pubblico in un’esperienza tanto attesa. Questa quarta stagione, intitolata “Kimetsu no Yaiba Hashira Training Arc” (Allenamento dei pilastri), si presenta come una transizione significativa nella saga. In otto episodi, tra cui una puntata inaugurale particolarmente lunga e una conclusiva che lascia presagire una battaglia epica, la trama si concentra sull’approfondimento dei Pilastri, i cacciatori di demoni più potenti. Il capo famiglia Kagaya Ubuyashiki ha dato loro il compito di addestrare i giovani cacciatori in erba, e questo permette a Tanjiro e ai suoi compagni di apprendere nuove tecniche e segreti direttamente dai più forti tra gli ammazzademoni.

Questa stagione offre finalmente l’opportunità di rivedere personaggi noti e apprezzati, come l’ex Pilastro del Suono, Tengen Uzui, il Pilastro dell’Acqua, Giyu Tomioka, il Pilastro dell’Amore, Mitsuri Kanroji, e il Pilastro della Nebbia, Muichiro Tokito. Al contempo, si introducono figure rimaste in secondo piano, come il Pilastro del Serpente, Obanai Iguro, il Pilastro del Vento, Sanemi Shinazugawa, e il Pilastro della Roccia, Gyomei Himejima. Ogni Pilastro ha il suo momento per brillare, offrendo uno spazio per mettere in luce le proprie caratteristiche uniche.

Tuttavia, sebbene sia intrigante esplorare la personalità e le sfumature dei protagonisti, la stagione manca di momenti realmente emozionanti, ad eccezione del clamoroso finale. Le scene di combattimento tra i cacciatori e i Pilastri, sebbene brevi e ben realizzate, non riescono a colmare l’attesa accumulata tra una stagione e l’altra. Il ritmo narrativo accelerato contribuisce a dare una sensazione di corsa contro il tempo, con giornate che si susseguono in un batter d’occhio. Tanjiro, ormai vicino al livello dei Pilastri, supera le prove con una velocità impressionante, mentre gli altri giovani cacciatori sembrano incapaci di reggere il passo, evidenziando un divario fin troppo ampio rispetto alle stagioni precedenti.

In questa stagione, la narrazione si concede anche momenti leggeri e imbarazzanti, rappresentati con un’animazione di qualità inferiore configurandosi chiaramente come una fase di transizione, necessaria per evolvere i personaggi principali e preparare il terreno per le trame future. Sebbene questo possa ridurre il fascino di una serie che si basa su scontri intensi e battaglie mozzafiato, lo studio Ufotable riesce a offrire un tocco stilistico notevole nei brevi scontri tra i Pilastri. L’episodio finale, tuttavia, è un “cazzotto nello stomaco” inaspettato. La qualità visiva e l’animazione raggiungono vette straordinarie, con una rappresentazione della nebbia sinuosa e avvolgente che segnala un cambiamento significativo nella stagione. Gli eventi si fanno emozionanti e drammatici, offrendo rivelazioni che promettono un futuro entusiasmante per la saga. I minuti conclusivi si configurano come un biglietto da visita eccezionale per il proseguimento della storia, che, come già anticipato, approderà al cinema con una trilogia che sta già facendo sognare i fan.

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Demon Slayer – Stagione 4: la recensione

 

Scritto da MarcoF  

 

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