La figura dell’influencer, che qualche anno fa sembrava destinata a diventare il punto di riferimento assoluto nel marketing digitale, oggi sta attraversando una crisi di identità che mette in discussione la sua stessa esistenza. Nata come il simbolo della popolarità conquistata attraverso la creazione di contenuti che rispecchiassero una “autenticità” quasi palpabile, la figura dell’influencer sta perdendo la sua aura di innovazione, accecatata dalla crescente commercializzazione e da un pubblico che, seppur ancora ampio, inizia a nutrire dubbi e a manifestare una crescente disillusione.
Il primo campanello d’allarme è l’affaticamento del pubblico. Quando gli influencer hanno cominciato a guadagnare terreno sui social, piattaforme come Instagram, YouTube e TikTok li avevano consacrati come leader di pensiero, in grado di influenzare le scelte d’acquisto e lo stile di vita di milioni di persone. Le promesse di contenuti genuini, privi di filtri e fortemente legati alle esperienze personali, hanno catalizzato l’attenzione degli utenti. Tuttavia, man mano che i follower si sono resi conto dei meccanismi di sponsorizzazione e dei contenuti pagati che permeavano i feed social, il glamour e l’autenticità dei contenuti sono iniziati a vacillare. La crescente consapevolezza degli utenti ha alimentato una sfiducia crescente nei confronti di chi promuoveva prodotti e stili di vita, riducendo gli influencer da figure ammirate a simboli di superficialità e consumismo.
Il cambio di passo, con l’inclusione sempre più massiccia di contenuti sponsorizzati, ha fatto scivolare l’influencer nel trappolone della commercializzazione sfrenata, dove l’autenticità sembra sacrificata sull’altare della visibilità e del guadagno. La linea tra genuinità e business è diventata sempre più sfocata, e la trasparenza, che un tempo sarebbe stata la chiave del successo, ora appare più come una necessità che un valore intrinseco. Sebbene molti influencer cerchino di mantenere l’apparenza di una connessione autentica con il proprio pubblico, la continua ricerca di opportunità economiche per monetizzare la loro popolarità ha messo a dura prova questa facciata.
Accanto a questi cambiamenti, c’è anche il problema della saturazione del mercato. L’accessibilità delle piattaforme social ha democratizzato il concetto di “influencer”, consentendo a chiunque di diventare un “creatore di contenuti” e conquistare il proprio spazio, anche senza possedere una reale influenza o competenza. In questo contesto, la differenza tra i veri leader di pensiero e chi cerca solo fama effimera è diventata sempre più sottile. Non solo, ma l’uso di follower finti o strategie artificiali per aumentare la visibilità ha ulteriormente minato la credibilità di una figura già messa alla prova. L’affidabilità, che un tempo costituiva uno dei principali tratti distintivi degli influencer, sta lentamente svanendo, sostituita dalla consapevolezza che dietro ogni post può esserci una spinta commerciale poco trasparente.
Nel frattempo, le stesse piattaforme su cui gli influencer hanno costruito la loro carriera stanno cambiando le regole del gioco. Le modifiche agli algoritmi e le politiche sulle sponsorizzazioni hanno reso più difficile per gli influencer ottenere visibilità organica senza dover investire in pubblicità a pagamento. I contenuti sponsorizzati, un tempo accolti con entusiasmo, sono ora spesso visti come invadenti e poco autentici, spingendo gli utenti a distaccarsi ulteriormente da quelle figure che una volta consideravano vicine. In un panorama sempre più competitivo, gli influencer stanno cercando nuovi modi per restare rilevanti, ma non è affatto facile.
Se guardiamo al caso di Chiara Ferragni, uno degli esempi più iconici di influencer globale, vediamo come il cambiamento sia profondo. La sua carriera è stata costruita sulla promessa di autenticità, con uno stile di vita da “regina del fashion” che ha conquistato milioni di follower. Tuttavia, eventi come il Pandoro Gate, che ha visto Ferragni coinvolta in una controversia legale legata a un prodotto sponsorizzato, hanno messo in luce le vulnerabilità della figura dell’influencer. In questo caso, la percezione di una “falsa promessa” legata alla commercializzazione del pandoro Pink Christmas ha minato la sua immagine. La vicenda ha sollevato interrogativi su quanto i grandi influencer possano ancora essere considerati affidabili, quando l’autenticità viene sacrificata sull’altare del business. La risoluzione della questione con il Codacons, che ha portato al risarcimento dei consumatori e alla donazione a favore di donne vittime di violenza, segna un tentativo di recuperare la credibilità. Tuttavia, il danno reputazionale rimane un tema delicato.
In parallelo, la figura dell’influencer di moda sembra ormai in declino. Le blogger, che in passato erano protagoniste indiscusse delle sfilate e delle collaborazioni con i brand di lusso, stanno vedendo un declino nei numeri dei loro follower. Aimee Song, Leonie Hanne e altre influencer di moda stanno osservando una perdita di popolarità, segno che il loro pubblico non si entusiasma più per i soliti contenuti perfetti e stilizzati. Le persone vogliono vedere qualcosa di più “vero”, qualcosa che rispecchi la loro realtà quotidiana. Le micro-influencer, con un seguito più ristretto ma più legato, sembrano essere in grado di rispondere meglio a questa domanda di autenticità, guadagnando terreno in un mercato che sembra aver esaurito la sua spinta iniziale.
Il mondo dei fashion influencer sta quindi cedendo il passo ad altri protagonisti, come le star di Hollywood, i tennisti e, soprattutto, i gruppi del K-pop. Con milioni di follower e una visibilità che supera quella degli influencer tradizionali, queste nuove icone stanno diventando il nuovo volto del marketing digitale, con un’influenza che travalica i confini della moda e della musica. Il K-pop, con la sua capacità di unire stile e personalità, sta diventando un fenomeno ancora più potente degli influencer stessi.
In questo scenario in rapida evoluzione, il futuro dell’influencer marketing dipenderà dalla capacità di questi nuovi protagonisti di mantenere un equilibrio tra autenticità e commercio. Chi riuscirà a cavalcare questa onda, restando fedele alla propria identità, avrà sicuramente più chances di emergere come un vero leader di pensiero. Ma per molti, il declino della figura dell’influencer potrebbe segnare la fine di un’era, lasciando spazio a nuove forme di contenuti digitali e interazioni più genuine.