Immagina di ricevere un messaggio dagli alieni. Sarebbe un evento straordinario, uno di quelli che segnano il confine tra il nostro mondo e l’infinito, ma al contempo sarebbe anche una sfida incredibile. Decifrare un linguaggio alieno è un’impresa che potrebbe sembrare quasi impossibile, eppure è una domanda che ci ha affascinato per secoli. Come potremmo interpretare un messaggio che non solo non conosciamo, ma potrebbe anche essere completamente alieno alla nostra comprensione? Come riusciremmo a entrare in sintonia con intelligenze che percepiscono la realtà in modi così diversi dai nostri?
La risposta, almeno in parte, potrebbe trovarsi nella matematica, nella fisica e nelle sequenze binarie, ovvero quei linguaggi universali che attraversano la barriera della cultura e della specie. Potremmo cercare pattern o simboli che si ripetono, indicazioni visive che ci permettano di trovare un filo conduttore. È qui che entra in gioco la potenza dell’intelligenza artificiale (IA), un campo che oggi sta dando risposte a domande su come i linguaggi possano evolversi, anche a partire da zero, in ambienti completamente nuovi.
La fantascienza ci ha dato vari spunti su come potremmo affrontare il contatto con esseri extraterrestri. Un esempio su tutti è Arrival (2016), in cui una linguista è chiamata a decifrare un linguaggio alieno composto da frasi palindromiche, che si leggono allo stesso modo sia in avanti che all’indietro, scritte con simboli circolari. Nel film, i vari paesi interpretano i messaggi in modo diverso, con alcuni che vedono nel testo un potenziale pericolo. Questo scenario, sebbene frutto della fantasia, non è poi così lontano dalla realtà.
Se un giorno dovessimo trovarci di fronte a un messaggio alieno, potremmo dover ricorrere agli stessi principi utilizzati dalla ricerca sull’intelligenza artificiale per comprendere come un linguaggio emergente possa prendere forma. Questo concetto di “comunicazione emergente” è un campo di studio che si sta sviluppando con entusiasmo tra i ricercatori. Ma come si sviluppa un linguaggio? Cos’è un linguaggio? Non è una domanda facile, eppure possiamo cercare risposte nel campo della linguistica, della matematica e dell’IA.
Per esempio, uno degli esperimenti più interessanti nell’ambito dell’IA riguarda gli agenti intelligenti. Questi “agenti” sono programmati per interagire tra loro e, in alcuni casi, sviluppano un linguaggio completamente nuovo per risolvere compiti assegnati. Immagina un gioco in cui due robot devono collaborare per raggiungere un obiettivo, come spostarsi su una griglia senza avere alcuna mappa. Il linguaggio che creano per comunicare tra loro non è imposto da nessuno, ma si sviluppa da zero, attraverso prove ed errori, mentre i robot cercano di risolvere il compito. Si tratta di un processo che può aiutarci a comprendere come un linguaggio possa evolvere in un contesto completamente estraneo al nostro.
C’è un problema, però: come facciamo a capire cosa significa ciò che si dicono? Se i robot parlano tra loro in un linguaggio che non conosciamo, come possiamo tradurre il loro codice? La soluzione potrebbe trovarsi nell’analisi dei pattern. Esattamente come i linguisti usano la teoria dell’informazione per decifrare lingue sconosciute, gli esperti di IA utilizzano metodi simili per cercare di “decodificare” la comunicazione tra robot. Come farebbero archeologi con antiche lingue, i ricercatori analizzano questi segnali e cercano di capire cosa rappresentano.Immagina di avere una conversazione in una lingua sconosciuta e un elenco di ciò che ogni interlocutore sta vedendo. Osservando quali oggetti sono associati a determinate parole o frasi, si può iniziare a fare delle connessioni. Forse una parola che viene pronunciata mentre un uccello vola via potrebbe significare proprio “uccello”. Se cominciamo a vedere pattern ricorrenti, possiamo iniziare a comprendere il significato del messaggio.
Questa tecnologia ha delle implicazioni straordinarie. Se un giorno dovessimo davvero ricevere un messaggio alieno, gli strumenti che stiamo sviluppando per analizzare i linguaggi dell’IA potrebbero tornare utilissimi. Pensateci: se ci venisse inviato un testo alieno, accompagnato da informazioni visive, potremmo applicare metodi simili per cercare di decifrarlo. Questi approcci potrebbero non solo aiutarci a capire il linguaggio di un’intelligenza aliena, ma anche rendere più facili le comunicazioni tra veicoli autonomi, droni, e sistemi di IA avanzati che sempre più popolano il nostro mondo.
Infatti, un esempio pratico di come l’IA stia già aiutando a decifrare linguaggi misteriosi viene dall’Università di Bologna, dove un team di ricerca ha utilizzato un sistema di deep learning per analizzare il cipro-minoico, un sistema di scrittura antico e indecifrato risalente a circa 3.500 anni fa. Grazie a tecniche avanzate, sono riusciti a ricostruire una parte della scrittura che sembrava impossibile da comprendere, dimostrando come l’IA possa aiutare a decifrare linguaggi antichi così come potrebbe fare con un linguaggio alieno.
La bellezza di tutto questo risiede nel fatto che, anche se non incontreremo immediatamente extraterrestri, la ricerca sulle lingue emergenti e sulla comunicazione artificiale ci sta dando gli strumenti per comprendere meglio le nostre stesse creazioni tecnologiche. Impariamo a decodificare i linguaggi creati dalle macchine e, chissà, magari un giorno saremo in grado di comunicare con esseri di un altro mondo grazie all’IA.
Fonti: magazine.unibo.it e lescienze.it.