Il Fumetto “Darshal”, realizzato grazie alla preziosa collaborazione di Maurizio Ercole (disegni) e Cristiano Zentilini (testi), nasce dalla volontà del Numero Verde Antitratta di cercare di catturare l’attenzione anche dei più giovani. Per raggiungere tale obiettivo si è deciso di ricorrere al medium del fumetto, da sempre apprezzato dalle nuove generazioni, raccontando attraverso di esso una storia di tratta e grave sfruttamento in un modo, per quanto possibile, non troppo “gravoso”, rimanendo quanto più possibili aderenti alla realtà. Allo stesso tempo si vuole evidenziare come i vissuti delle persone vittime di tratta e grave sfruttamento, abbiano delle forti ripercussioni sulle famiglie nel Paese di origine, e di come, proprio per queste implicazioni, spesso risulti molto arduo per le vittime riuscire ad affrancarsi dalle reti di sfruttamento.
Darshal è un bambino che vive in un ipotetico paese del sud-est asiatico e che vive in prima persona il tema della migrazione del padre in cerca di un futuro migliore.
Gianfranco Della Valle, Coordinatore del Numero Verde, ha ricordato:
“Il Numero Verde nazionale per l’aiuto delle Vittime di Tratta è uno strumento messo a disposizione dal Dipartimento delle Pari Opportunità, incardinato presso la Presidenza del Consiglio dei ministri, gestito in collaborazione diretta dalla Regione del Veneto, di cui sono funzionario e nasce nel 2000 per aiutare le vittime di tratta o di grave sfruttamento in Italia. Il Numero Verde riceve le telefonate e le smista sul territorio nazionale ai 21 Progetti Antitratta, uno dei quali è appunto gestito dal Veneto a livello regionale; questi progetti hanno il compito di gestire l’operatività dello strumento, e quindi di contattare direttamente le persone, aiutarle a uscire dalla condizione di sfruttamento ed eventualmente a denunciare le reti criminali. Il fumetto nasce per comunicare in maniera snella un fenomeno di grande drammaticità, e di descriverlo dal punto di vista di un bambino che resta nel territorio d’origine del proprio padre che invece ha fatto un percorso migratorio verso l’Europa, raccontando, anche se in maniera parziale, le circostanze che lo riguardano, e in particolare la vicenda di una partenza avvenuta sotto la spinta di un ipotetico arricchimento e del miglioramento della condizione di vita, personale e professionale, e che invece si trasforma in una situazione di grave assoggettamento a causa della grande vulnerabilità di queste persone che spesso scappano da situazioni di povertà o da un territorio particolarmente interessato da danni di tipo ambientale o climatico. Darshal quindi è un bambino che rimane a casa, in un ipotetico paese del sudest asiatico, mentre il padre lavora in un’azienda agricola in condizione di sfruttamento, narrando la frustrazione, la disillusione, una situazione totalmente diversa rispetto alle prospettive iniziali. La seconda edizione delle storie di Darshal è possibile, ma la prospettiva più prossima è quella di trasformare questa storia in un video che potrebbe trovare ulteriore diffusione anche tramite i canali social”.
Susanna Sparaco, dal 2016 componente dell’equipe del Numero Verde e curatrice di “Soste”, la rivista che ha edito le 20 tavole di Darshal, ha sottolineato:
“Era necessario osservare il fenomeno dello sfruttamento con nuove lenti e sotto nuovi punti di vista e quindi abbiamo pensato di accostare alla vicenda di un ‘migrante climatico’ anche i temi del peggioramento delle condizioni di vita in quei paesi, delle violenze e delle torture subite durante il viaggio dai migranti, le loro aspirazioni e le loro disillusioni, e di lavorare nella prospettiva di una seconda uscita, che toccherà le questioni legate allo sfruttamento della prostituzione. In sostanza, è necessario ampliare lo sguardo attraverso uno strumento non convenzionale come il fumetto che consente di agganciare una platea più ampia di persone, e in questo percorso siamo stati aiutati da Maurizio Ercole, autore dei disegni di Darshal e da Cristiano Zentilini, che si è occupato dei testi”. “Si è trattato di un lavoro particolarmente complesso – ha concluso Ercole – soprattutto dal punto di vista tecnico, perché le nostre opere sono legate in prevalenza al mondo del fantastico, un genere che concede molte ‘licenze’, mentre in questo caso è stato necessario ancorare l’opera alla realtà cercando di rendere più leggero un tema in realtà drammatico, e pensando ai lettori, in particolare ragazzi e studenti. La sfida di Darshal è stata la creazione di una ‘figura tipo’ di migrante nella quale non si voleva rappresentare una precisa etnia, ma una figura credibile che fosse allo stesso tempo efficace e funzionale alla storia e al tema”.