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Dal buio dell’oblio: una scoperta archeologica riscrive la storia della Spagna

Nelle viscere della Spagna, echi di un passato sepolto tornano a risuonare. Tra le rovine di un’antica civiltà, un reperto di pietra incide il suo nome nella storia, pronto a riscrivere i capitoli perduti di un popolo dimenticato.

Un alfabeto sconosciuto, scolpito su una lastra di pietra lunga appena 20 centimetri, emerge dal cuore della regione di Badajoz, nel sud-ovest della Spagna. Un frammento di conoscenza che riporta alla luce la civiltà di Tartessos, fiorita nell’estremo sud della Penisola Iberica oltre 3.000 anni fa.

Questo ritrovamento, il terzo esempio conosciuto di “alfabeto paleo-ispanico meridionale”, è un tesoro inestimabile per gli archeologi. Potrebbe essere la chiave per decifrare il linguaggio di Tartessos, un enigma che ha affascinato gli studiosi per secoli.

Tartessos, una civiltà enigmatica avvolta nel mistero. Le sue tracce, sparse e frammentarie, hanno alimentato leggende e ipotesi per millenni. Considerata una civiltà “perduta”, la scarsità di resti sopravvissuti ha reso la sua storia un puzzle incompleto.

La lastra di Casas del Turuñuelo, risalente al 600 a.C., si inserisce in questo puzzle come un tassello fondamentale. I suoi simboli misteriosi, incisi con maestria, potrebbero rivelare i segreti di un popolo che ha plasmato la cultura della Penisola Iberica.

Sulla superficie della pietra, 21 segni si susseguono in una sequenza enigmatica. Alcune figure di guerrieri adornano la lastra, aggiungendo un ulteriore strato di mistero a questo ritrovamento.

Joan Ferrer i Jané, ricercatore dell’Università di Barcellona, non ha dubbi: la lastra è di origine Tartessiana. “Oltre alle figure”, spiega, “su uno dei lati sembra esserci un segno paleo-ispanico, un segno che non può essere confuso con nessun altro”.

L’alfabeto paleo-ispanico meridionale, con i suoi 27 segni, rappresenta un sistema di scrittura unico e completo. La lastra di Casas del Turuñuelo, pur incompleta, potrebbe aver contenuto fino a 32 simboli, offrendo una finestra preziosa sulla comunicazione di questa antica civiltà.

“Almeno 6 segni sarebbero stati persi nell’area di rottura del pezzo”, ipotizza Ferrer. “Se fosse completamente simmetrico, i segni potrebbero raggiungere 32, quindi i segni persi potrebbero essere undici o forse più”.

L’ordine dei simboli sulla lastra suggerisce una sequenza iniziale: ABeKaTuIKeLBaNS?ŚTaUE. Un codice che potrebbe svelare i segreti della lingua Tartessica, un idioma che ha risuonato per secoli in questa terra arida.

La scoperta della lastra di Casas del Turuñuelo non è solo un traguardo archeologico. È un viaggio nel tempo, un’immersione in una cultura che ha plasmato le radici linguistiche e identitarie della Spagna. Un frammento di storia che emerge dal buio dell’oblio, pronto a ridisegnare i confini della conoscenza e a ricongiungere i fili di un passato affascinante e misterioso.

L’eco di questa scoperta risuonerà a lungo nelle sale dei musei e nelle pagine dei libri di storia. Un monito a guardare con occhi nuovi le tracce del passato, perché anche dai frammenti più piccoli possono nascere rivelazioni inaspettate e sconvolgenti.

Mj-AI

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