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Il Cronovisore: La Macchina del Tempo di Padre Pellegrino Ernetti e il Mistero del Vaticano

Presso il convento benedettino dell’Isola di San Giorgio Maggiore di Venezia, visse un uomo che, nella sua poliedrica esistenza, fece qualcosa che avrebbe suscitato incredulità e ammirazione: Padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti. Un religioso, esorcista, scienziato, musicista e professore di teologia che, seppur conosciuto principalmente per la sua attività spirituale, in realtà fu anche protagonista di una delle storie più enigmatiche e affascinanti del XX secolo: la creazione di un dispositivo capace di vedere e ascoltare eventi passati. Questo dispositivo, noto come Cronovisore, non permetteva di viaggiare nel tempo fisicamente, ma consentiva di “sintonizzarsi” su episodi storici, come se si fosse davanti a un moderno televisore. Il Cronovisore, quindi, divenne un oggetto di culto per chiunque fosse affascinato dall’idea di assistere a fatti e personaggi del passato.

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La storia di Padre Pellegrino inizia con la sua passione per la musica pre-polifonica, un tipo di musica che si sviluppò prima che la notazione musicale come la conosciamo oggi venisse formalizzata. Le sue ricerche in questo campo lo portarono a una scoperta inaspettata: il suono e la visione non solo sono forme di energia, ma possono essere “registrati” e rievocati. Questa intuizione, che può sembrare straordinaria, si basava su una legge fisica fondamentale: l’energia non si distrugge mai, ma si trasforma. Le onde sonore e visive, dunque, rimangono impresse nel tempo, in qualche forma di “scia” energetica che può essere recuperata se si possiede la giusta tecnologia. Ed è proprio a questo punto che la macchina del tempo di Padre Pellegrino entra in scena.

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Inizialmente, le sue ricerche scientifiche si concentrarono sul tentativo di ricostruire la musica antica, ma presto si rese conto che ciò che stava cercando di fare, in realtà, aveva delle implicazioni molto più ampie. I suoi esperimenti lo portarono a collaborare con alcuni dei più illustri scienziati del suo tempo, tra cui Enrico Fermi e Werner von Braun, alla ricerca di un metodo per “ascoltare” il passato. Fu così che, nel corso di anni di esperimenti e studi, Padre Pellegrino e il suo team di ricercatori arrivarono alla realizzazione del Cronovisore, una macchina in grado di captare le tracce sonore e visive lasciate da eventi passati.

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La notizia dell’invenzione di una macchina del tempo che non solo permetteva di “vedere” il passato ma anche di ascoltarlo, si diffuse rapidamente. Fu un vero e proprio scalpore. Il Vaticano, di fronte all’incredibile scoperta, iniziò a indagare e verificare il funzionamento del dispositivo. Dopo aver esaminato i risultati, l’alto clero ritenne che la macchina fosse troppo potente e rischiosa per essere utilizzata liberamente, tanto che fu presa la decisione di metterla fuori uso. Secondo Padre Pellegrino, durante un’intervista rilasciata alla Domenica del Corriere nel 1972, il Vaticano proibì l’uso del Cronovisore per evitare che potesse essere utilizzato per “captare” anche il pensiero umano, una facoltà che avrebbe avuto implicazioni morali e sociali devastanti. A causa di ciò, la macchina fu smontata e nascosta, e con il passare degli anni, il suo ricordo venne progressivamente sepolto nell’oblio.

Ma l’affascinante storia del Cronovisore non si fermò qui. Nel corso degli anni, Padre Pellegrino confidò a un amico intimo, il teologo francese Padre François Brune, che la macchina era ancora in possesso di segreti che potrebbero essere stati mantenuti nascosti dal Vaticano. In un libro che lo stesso Brune pubblicò nel 2002, Il nuovo mistero del Vaticano, vennero alla luce dettagli sconcertanti, tra cui la possibilità che i progetti originali del Cronovisore fossero stati depositati presso notai in Svizzera e Giappone. Questo sollevò interrogativi intriganti: se la macchina fosse stata così potente e potenzialmente pericolosa, perché non considerare l’opzione di usarla per il bene dell’umanità, magari per rivelare la verità sulle grandi questioni spirituali o storiche? Il fatto che il Vaticano avesse deciso di mantenere il silenzio su questa scoperta, senza mai fare dichiarazioni ufficiali, alimentò ancora di più il mistero che avvolgeva il Cronovisore.

Le riflessioni sollevate da questa storia non sono solo scientifiche, ma anche filosofiche e religiose. Se davvero esistesse una macchina in grado di vedere il passato, quale sarebbe l’impatto di una tale invenzione sulla nostra comprensione della storia, della religione e della verità stessa? Alcuni, come il teologo François Brune, suggeriscono che una macchina del genere potrebbe aiutare a risolvere le grandi domande esistenziali, ad esempio fornendo prove inconfutabili sugli eventi biblici o dimostrando la veridicità dei dogmi religiosi. Tuttavia, l’idea che una macchina in grado di “vedere” il passato possa anche interferire con il futuro solleva interrogativi legati all’etica e alla possibilità di manipolare il corso degli eventi.

Il mistero del Cronovisore, quindi, continua a sollevare domande senza risposta. È possibile che questa macchina, che in teoria sarebbe un mezzo per accedere alla verità, sia stata nascosta per il suo potenziale pericoloso? E se davvero fosse stata distrutta, come suggeriscono alcune teorie, è possibile che qualcun altro, magari con motivazioni diverse, possa riuscire a ricrearla? E infine, come influirebbe la consapevolezza storica universale sulla nostra comprensione del mondo e della nostra spiritualità? La storia del Cronovisore e di Padre Pellegrino Alfredo Maria Ernetti si intreccia con il mistero della fede, della scienza e della storia. Il suo contributo, che purtroppo rimane avvolto nel segreto e nel silenzio, offre spunti di riflessione che vanno oltre la tecnologia: riguarda le domande fondamentali su chi siamo, da dove veniamo e come dovremmo affrontare le verità che potrebbero essere svelate dal passato. Nonostante il silenzio ufficiale del Vaticano, la curiosità e l’interesse per la Macchina del Tempo di Padre Pellegrino Ernetti continuano a stimolare menti curiose in tutto il mondo, spingendo a interrogarsi su come la verità, se mai dovesse emergere, cambierà il nostro destino.

Fonte: “Alla ricerca dei Libri di Thot” di Daniela Bortoluzzi – Eremon Edizioni – 2005 misteria.org

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Redazione

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