Consonno, o Cunsònn come viene chiamato nel dialetto brianzolo, è una frazione del comune di Olginate, nella provincia di Lecco, che ha vissuto una trasformazione incredibile negli anni ’60 e ’70, per poi diventare uno dei luoghi più affascinanti e inquietanti d’Italia: una città fantasma che si trova a pochi passi da Milano.
La storia di Consonno comincia molto prima del suo famoso destino, con le sue origini risalenti al 1085, quando venne menzionata per la prima volta in un documento. Nel corso dei secoli, il borgo passò sotto il controllo di diversi enti, tra cui il monastero benedettino di Civate, e fu anche protagonista di eventi storici importanti, come il giuramento di fedeltà a Filippo Maria Visconti nel 1412. Nel 1928, Consonno divenne parte del comune di Olginate, ma è con l’arrivo di Mario Bagno che la frazione prende una piega del tutto inaspettata.
Mario Bagno, un imprenditore milanese dall’animo visionario, acquistò Consonno nei primi anni ’60 con un sogno ambizioso: trasformarla nella “Las Vegas italiana”. Prima di completare l’acquisto del territorio nel 1962, Bagno finanziò la costruzione di una strada che collegava Consonno al resto del mondo, ovvero a Olginate e alla città di Milano. Era l’inizio di un progetto che avrebbe cambiato il volto del piccolo borgo per sempre. Iniziò un’operazione di demolizione sistematica delle costruzioni storiche, mantenendo solo la chiesa di San Maurizio, la casa canonica e il cimitero, per fare spazio alla “città dei balocchi”, un parco giochi grandioso pensato per famiglie e turisti in cerca di svago.
La città che Bagno immaginò era un mix tra il lusso e il divertimento. Furono costruiti alberghi, tra cui l’Hotel Plaza, ristoranti, una balera, un minareto, un castello medievale che fungeva da ingresso, e persino impianti sportivi come un campo da calcio, tennis e golf, oltre a una pista da pattinaggio, un luna park e uno zoo. In quegli anni, Consonno divenne un luogo di ritrovo per eventi con celebrità e personaggi famosi del panorama musicale e dello spettacolo.
Tuttavia, il sogno di Bagno non riuscì a realizzarsi come previsto. Nel 1976, una frana devastante causò ingenti danni alla zona, segnando l’inizio del declino per Consonno. Nonostante i tentativi di rilancio, la località divenne sempre più trascurata e, poco tempo dopo, il sogno di una città moderna e prospera si scontrò con la dura realtà dell’abbandono. La frana del ’76 segnò la fine definitiva del progetto e, nel giro di pochi anni, Consonno si trasformò in una delle città fantasma più iconiche d’Italia.
Negli ultimi decenni, Consonno è diventata un luogo affascinante per gli appassionati di storia, fotografia e cinema, attirando l’attenzione come set per film, documentari e produzioni artistiche. La sua bellezza decadente, il fascino delle rovine e la storia di sogni infranti ne fanno una meta curiosa, ma anche inquietante. Nonostante alcuni tentativi di rilancio e di riqualificazione da parte di alcuni, il futuro di Consonno rimane incerto, tra il rischio di ulteriori danni e il suo status di “città perduta”, dove la rovina è diventata parte del suo stesso fascino.
Una volta, Consonno era un borgo agricolo che subì un rapido declino a partire dagli anni ’50, con la crisi del settore agricolo che spopolò la zona. Oggi, la frazione conta pochissimi abitanti, e il suo destino rimane legato a una storia di ambizione, fallimento e abbandono. Quello che resta di Consonno è una testimonianza del sogno di un uomo che cercò di costruire una città moderna nel cuore delle montagne brianzole, ma che, alla fine, ha dovuto fare i conti con la forza inesorabile della natura e con l’incapacità di sostenere un progetto troppo grande per una piccola frazione.
foto di copertina di Marco Sbroggiò – Opera propria, CC BY-SA 4.0
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