Il saggio “Conan il barbaro. Dai racconti di Robert E. Howard al film di John Milius” di Michele Tetro si propone come un’analisi a tutto campo del fosco guerriero cimmero nato dalla fervida immaginazione dello scrittore texano Robert E. Howard e portato sullo schermo, in un epocale adattamento, dal bellicoso regista John Milius. Apparso nelle riviste pulp degli anni Trenta del secolo scorso, il personaggio di Conan il barbaro è assurto a nuovo interesse con l’esplosione del fenomeno narrativo del fantasy sul finire degli anni Sessanta, poi magnificato al massimo grazie alle illustrazioni di Frank Frazetta e ai fumetti Marvel nel decennio successivo, infine entrato nell’immaginario collettivo condiviso nella trasposizione cinematografica del 1981.
Il saggio esplora approfonditamente l’evoluzione dell’eroe dal testo stampato alla visualizzazione in immagini offerta dal cinema, attraverso la sensibilità di due veri e propri cantori del Mito e di un passato in egual misura storico e sognato, nostalgico e coinvolgente. Howard e Milius trasfondono in Conan il riflesso di personali pulsioni esistenziali, una romantica opposizione al mondo attuale e la celebrazione di forti ideali profondamente insiti nella natura umana, di passioni elementari e di verità ricercate.
