Clerks – Commessi: il cult indie di Kevin Smith compie 30 anni

Il 19 ottobre 1994, un giovane regista esordiente di nome Kevin Smith realizzava il suo primo film con un budget irrisorio, girando di notte nel negozio di alimentari in cui lavorava. Il risultato fu Clerks – Commessi, una commedia grottesca e politicamente scorretta che raccontava la giornata di due amici, Dante e Randal, impiegati rispettivamente in un minimarket e in un videonoleggio.

A trent’anni di distanza, Clerks – Commessi resta un’opera fresca e divertente, capace di cogliere lo spirito e le contraddizioni della generazione X, quella nata tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’80, cresciuta tra la fine della guerra fredda e l’avvento di internet, disillusa e ironica, appassionata di cinema, fumetti e musica. Il film è un susseguirsi di dialoghi brillanti e provocatori, che affrontano temi come il sesso, le relazioni sentimentali, il lavoro, la società, la religione, il consumismo, il razzismo, la violenza, la droga, la morte, il tutto condito da una sana dose di umorismo nero e citazioni cinematografiche.

Il film ha avuto un grande impatto culturale, influenzando numerosi registi, sceneggiatori e attori, tra cui Judd Apatow, Seth Rogen, Edgar Wright, Quentin Tarantino e molti altri. Ha anche dato vita a un franchise, composto da un sequel (Clerks II, del 2006), una serie animata (Clerks: The Animated Series, del 2000), una serie di fumetti e un terzo capitolo Clerks III del 2022 sempre diretto da Kevin Smith. Inoltre, il film ha introdotto il cosiddetto View Askewniverse, l’universo narrativo condiviso da tutti i film di Kevin Smith, in cui ricompaiono personaggi, luoghi, eventi e riferimenti comuni.

Clerks – Commessi è un film che ha fatto la storia del cinema indipendente, dimostrando che con pochi mezzi ma tanta creatività e passione si possono realizzare opere originali e di qualità, capaci di parlare al pubblico e di diventare dei classici. Un film che, a trent’anni dalla sua uscita, merita di essere rivisto e celebrato, per apprezzarne ancora una volta lo stile, l’umorismo, la sincerità e la vitalità. Un film che, come recita il suo slogan, non è solo un film, ma una forma di vita!

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