Dopo le sillogi poetiche Pensieri di un poeta mediocre e In viaggio e il debutto nella prosa del suo primo romanzo Accusa premeditata, Gerry Di Lorenzo torna in libreria con Clémentine (PAV Edizioni, collana Rosso Vermiglio).
Clémentine era figlia di Miriam, una ragazza con un’infanzia atroce, rinchiusa in un frenocomio per il desiderio di sangue e orrore. Ma sapeva anche amare ed era riuscita a tenere nascosta la sua creatura in grembo, frutto di violenze sessuali. Clémentine cresciuta in quell’ospedale, una volta fuori, si troverà a dover lottare contro varie crudeltà, le quali saranno in grado di far emergere in lei uno spirito simile a quello di sua madre, uno spirito che la spingeva a divorare le sue vittime: di quelle persone che le avevano dato amore e delusione, ne mangiava il cuore.
Clémentine inseguiva la felicità, ma come sabbia fine, le sfuggiva tra le dita. Una demoniaca maledizione?
“Sono particolarmente legato a questo romanzo perché l’ho scritto con maggiore maturità ed esperienza nel campo della prosa – ha dichiarato l’autore. È venuto fuori velocemente, in maniera fluida, quasi come se stessi raccontando qualcosa che davvero ho vissuto, quindi conoscendo ogni minimo tassello. Ancora una volta il mio fascino per la mente umana ha rappresentato il punto di partenza, l’incipit da cui è nato il personaggio di Clémentine. Rupert Spira sostiene che la mente si fonda sulla conoscenza e la conoscenza si crea attraverso le esperienze, le sensazioni, i sentimenti. Così io credo che nessuno nasca buono o cattivo, giusto o sbagliato, ma sono le esperienze a plasmarci. Siamo il frutto del nostro passato, di ciò che incontriamo lungo il nostro percorso, dei nostri tormenti, dei nostri traumi. La follia, ad esempio, è una condizione, non una scelta. È una condanna, non una colpa. Così anche Clémentine inseguiva la felicità, ma quando la agguantava, come sabbia fine le sfuggiva tra le dita, lasciandola da sola con le proprie fragilità dovute da una vita difficile da sostenere. Allora mi chiedo: si tratta di un destino crudele o di una demoniaca maledizione?”.
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