Chiara Ferragni e la bambola Trudi: l’associazione no profit americana nega di aver ricevuto i soldi

Chiara Ferragni è al centro di un nuovo caso che potrebbe danneggiare la sua immagine.

Nel 2019, l’imprenditrice ha lanciato sul mercato una bambola a sua immagine, in collaborazione con Trudi. Al momento del lancio, Ferragni aveva annunciato che l’intero ricavato della vendita sarebbe andato in beneficenza all’associazione no profit americana “Stomp Out Bullying”, impegnata nel contrasto al cyberbullismo.

Tuttavia, l’associazione ha negato di aver mai ricevuto i soldi.

In un’intervista a “Zona Bianca”, la Ceo e fondatrice di “Stomp Out Bullying”, Deborah Temkin, ha dichiarato che l’associazione non ha mai ricevuto alcun contributo da Chiara Ferragni o dalla sua società, Tbs Crew.

Temkin ha spiegato che l’associazione ha contattato Ferragni e Tbs Crew per chiedere spiegazioni, ma non ha mai ricevuto alcuna risposta.

La vicenda ha sollevato un forte clamore mediatico, e potrebbe avere gravi conseguenze per Chiara Ferragni.

La vicenda della bambola Trudi è un altro tassello che si aggiunge alla crisi di immagine di Chiara Ferragni.

L’imprenditrice è già al centro delle indagini della guardia di Finanza per il caso pandoro Balocco, e ora deve affrontare anche le accuse di aver truffato un’associazione no profit.

Se le accuse dovessero essere confermate, la vicenda potrebbe avere conseguenze molto gravi per la carriera di Ferragni.

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