Negli ultimi giorni, Robert Zemeckis, il leggendario regista vincitore di un Oscar, ha aperto un acceso dibattito nel suo intervento sul podcast Happy Sad Confused. Il tema? L’impatto della cultura woke su Hollywood e come questa possa influenzare il futuro di alcuni dei suoi film più iconici. Zemeckis ha messo in discussione la realizzazione del sequel di Chi ha incastrato Roger Rabbit, una delle sue opere più celebri, rivelando che, nonostante esista già un copione, la Disney ha deciso di non andare avanti con il progetto.
Pubblicato nel lontano 1988, Chi ha incastrato Roger Rabbit è stato un vero e proprio punto di svolta nel panorama cinematografico, capace di mescolare attori in carne e ossa con personaggi animati. Questa innovativa fusione ha dato vita a un universo narrativo unico, permettendo la coesistenza di personaggi provenienti da diversi studi, tra cui Disney e Warner Bros. Ispirato al romanzo di Gary Wolf Who Censored Roger Rabbit?, il film ha riscosso un enorme successo, incassando oltre 351 milioni di dollari e conquistando quattro Premi Oscar, tra cui il prestigioso riconoscimento per il miglior montaggio e i migliori effetti speciali.
Zemeckis ha spiegato che il sequel, scritto da Peter Seaman e Jeffrey Price, è “una buona sceneggiatura”, ma la Disney, attualmente spaventata dalle possibili reazioni del pubblico e dalle sensibilità culturali, si sente in difficoltà a trattare argomenti che includono personaggi come Jessica Rabbit, la seducente femme fatale del film originale. La rappresentazione di Jessica è stata addirittura modificata nei parchi a tema Disney, dove è stata “imbacuccata con un trench” per renderla meno provocante, scatenando l’indignazione di molti fan e segnando un cambiamento radicale rispetto alla sua iconica immagine.
Con un certo disappunto, Zemeckis ha dichiarato: “L’attuale cultura aziendale Disney non ha alcun interesse per Roger e di certo non ama affatto Jessica”. Le sue parole ci spingono a riflettere su come la rappresentazione di personaggi possa essere influenzata dalla sensibilità contemporanea, portando a una forma di autocensura che limita la creatività. Jessica Rabbit, una figura che una volta incarnava la potenza e la seduzione femminile, è ora vista sotto una luce critica, evidenziando l’evoluzione delle percezioni sociali.
Il possibile sequel di Chi ha incastrato Roger Rabbit non solleva solo interrogativi sul futuro di questo progetto, ma anche sul percorso della narrazione cinematografica in un’epoca in cui le sensibilità sociali sono sempre più centrali. Zemeckis, come tanti cineasti, si trova a dover affrontare il dilemma di creare opere che siano significative e rappresentative in un panorama culturale in continua evoluzione.