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ChatGPT impazzisce: il mistero dei nomi “proibiti”

Avete mai provato a chiedere a ChatGPT chi è David Mayer de Rothschild? Se hai provato, saprai già che qualcosa di strano succede. Il chatbot di OpenAI va in tilt, si blocca e si rifiuta di rispondere. Ma perché? E cosa c’entra un erede dei Rothschild con un’intelligenza artificiale?

Il mistero dei nomi “banditi”

Non è solo David Mayer a causare problemi a ChatGPT. Anche altri nomi, come quello dell’avvocato italiano Guido Scorza, membro del Garante della Privacy, sembrano essere stati messi all’indice. Questi nomi, apparentemente innocui, diventano delle vere e proprie “parole magiche” che mandano in crash il chatbot.

Teorie del complotto o semplice bug?

Le teorie su questo strano fenomeno sono tante e varie. C’è chi parla di complotti, chi di censura e chi semplicemente di un bug del sistema. Alcuni pensano che la famiglia Rothschild, famosa per la sua ricchezza e influenza, abbia chiesto di essere “censurata” da ChatGPT. Altri, invece, ipotizzano che si tratti di una misura di sicurezza adottata da OpenAI per proteggere la privacy di alcune persone.

La verità?

La verità è che, almeno nel caso di Guido Scorza, il motivo è molto semplice: l’avvocato ha esercitato il suo diritto alla privacy e ha chiesto di essere rimosso dalla base dati di ChatGPT. Questo è possibile grazie al GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali.

Come aggirare il blocco

Anche se alcuni nomi sono stati “banditi” da ChatGPT, è possibile trovare comunque delle informazioni su di loro. Basta un po’ di ingegno e un po’ di creatività. Ad esempio, si può chiedere a ChatGPT di fornire informazioni su una persona senza mai nominarla direttamente, oppure si possono utilizzare dei sinonimi o delle descrizioni alternative.

Cosa significa tutto questo?

Il caso di ChatGPT e dei nomi “proibiti” ci mostra come l’intelligenza artificiale sia ancora in fase di sviluppo e che ci siano ancora molti aspetti da migliorare. Inoltre, ci pone di fronte a questioni importanti legate alla privacy, alla libertà di informazione e al potere delle grandi aziende tecnologiche.

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maio

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Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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