Importato dalla Cina, l’origine del consumo di tè in Giappone si diffonde in particolar modo durante il periodo della dinastia Song nei monasteri del buddismo Zen, dove bere una tazza di tè costituiva una pratica meditativa Zen. Inizialmente il Chanoyu era un’occasione d’incontro che si svolgeva senza formalità e senza regole fisse, col tempo finì col trasformarsi in un culto rigoroso di grande importanza e raffinatezza.
Il Chanoyu ha inizio con la preparazione del tè nella tazza chawan. Ogni commensale viene invitato a consumare un dolce e, scusandosi col vicino, chiede il permesso di servirsi per primo; prende la tazza la fa ruotare dopodiché beve con brevi sorsi esprimendo il suo gradimento, pulisce poi il bordo della tazza e la posa dinanzi a sé.Nel periodo Edo, la cerimonia del tè diventa un vero e proprio rituale fra le famiglie Samurai per dare il benvenuto ai loro ospiti.
Una volta che tutti gli ospiti finiscono il proprio tè, il primo ospite chiede il permesso di esaminare gli utensili: il contenitore del tè (natsume) e il cucchiaino di bambù (chashaku). Per ultima viene osservata la tazza, rigirandola tra le mani e chiedendo informazioni sul maestro che l’ha creata, l’epoca e lo stile. All’ospite poi può venir richiesto se intenda recitare una poesia o un verso sulle stagioni. La cerimonia si conclude con un inchino collettivo di tutti i partecipanti.