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Il Mito Italiano de I Cavalieri dello Zodiaco: quando l’adattamento fa la differenza

Nel vasto e scintillante universo degli anime, dove le stelle di storie straordinarie brillano, poche opere riescono a lasciare un’impronta così indelebile come I Cavalieri dello Zodiaco. Questo adattamento italiano, trasceso nel tempo, ha trasformato una semplice trasmissione televisiva in un autentico fenomeno di culto, amato e celebrato da generazioni di appassionati. Ma quali segreti si celano dietro al successo di questa saga epica? Scopriamolo insieme, immergendoci nei dettagli di un adattamento che ha riscritto le regole del gioco.

Dalla Francia all’Italia: La Nascita di un Mito

La storia di I Cavalieri dello Zodiaco inizia con la versione francese della serie, Les Chevaliers du Zodiaque, che fu la prima a raggiungere le terre europee. Questo legame non fu affatto casuale: la scelta di mantenere una coerenza terminologica si rivelò fondamentale per il successo nei mercati occidentali. Non è un caso che, in Spagna e nei paesi ispano-americani, la serie fosse conosciuta come Los Caballeros del Zodiaco, mentre in Brasile e Portogallo venisse chiamata Os Cavaleiros do Zodíaco. Persino nei paesi anglosassoni si optò per Knights of the Zodiac, dimostrando come una strategia ben ponderata possa influenzare l’accoglienza di un’opera.

Un Mosaico di Cambiamenti e Adattamenti

Il doppiaggio italiano non si limitò a una semplice traduzione dei dialoghi. Fu un processo di rielaborazione culturale profonda, in cui ogni parola e ogni nome furono scelti con cura. Immaginate di vedere Tokyo trasformata in Nuova Luxor, un nome evocativo che trasmette l’essenza di un’epica mitologica. E che dire del personaggio di Virgo, Shaka, che nella versione italiana diventa “l’uomo più vicino ad Atena”, lasciando da parte i riferimenti buddisti per abbracciare appieno la mitologia greca?

Ma le modifiche non si fermarono ai nomi. Le dinamiche interpersonali tra i personaggi vennero ristrutturate. Prendiamo, ad esempio, il Cavaliere d’Oro dei Pesci: nella versione italiana, la sua cieca obbedienza al Grande Sacerdote riflette una fede profonda in Atena, mentre nella versione originale egli appoggia il sacerdote per una questione di potere. Anche Kiki, discepolo del Cavaliere dell’Ariete, venne ridefinito come un fratello minore, alterando profondamente le relazioni tra i protagonisti.

Un Linguaggio Epico: Dalla Formalità alla Poesia

Uno degli aspetti più distintivi dell’adattamento italiano è il linguaggio. In contrasto con i dialoghi più informali della versione originale, l’italiana si caratterizza per un tono solenne e quasi aulico. Qui, i doppiatori non hanno esitato a citare poeti italiani come Leopardi e Foscolo, elevando il contenuto narrativo a livelli inaspettati. Pensate a un episodio in cui si ode “spirto guerrier, [che] entro mi rugge”: un richiamo diretto alla grandezza della letteratura italiana che conferisce alla serie una dimensione extra-ordinaria.

Le Libertà Artistiche di Stefano Cerioni e Enrico Carabelli

Alla base di questo straordinario adattamento ci sono figure chiave come Stefano Cerioni, l’adattatore, e Enrico Carabelli, il direttore del doppiaggio. Le loro scelte artistiche non furono casuali, ma frutto di un amore sincero per la poesia e la narrativa. Cerioni ha rivelato che spesso i copioni originali giapponesi erano lacunosi, costringendo il team a improvvisare e completare i dialoghi. Immaginate di dover adattare ogni episodio in un solo pomeriggio, con la messa in onda prevista per il giorno successivo! I due creatori si trovarono a dover “riempire” le lacune con invenzioni personali, rispettando al contempo lo spirito originale della serie.

Carabelli ebbe l’intuizione geniale di inserire citazioni poetiche nei dialoghi, un gesto che rese la serie immediatamente familiare e coinvolgente per il pubblico italiano. Le citazioni non erano solo per gli adulti; erano qualcosa che i giovani spettatori potevano riconoscere dalle loro letture scolastiche, rendendo I Cavalieri dello Zodiaco un ponte tra anime e letteratura.

Traduzioni e Terminologia: La Magia delle Parole

Ogni parola conta, e le scelte lessicali giocarono un ruolo fondamentale nel mantenere intatta l’essenza della serie. Prendete, ad esempio, il termine giapponese “seitoshi” (sacro guerriero), trasformato in “Cavalieri”. Un termine che evoca subito immagini di nobiltà e giustizia. Le armature, d’altra parte, vennero ribattezzate da “Cloth” a “Armatura”, conferendo loro un’aura di sacralità.

L’adattamento non si fermò qui; si giocò anche con termini come “Grande Sacerdote”, una scelta che risuonava con la cultura cattolica italiana, creando un legame profondo con il pubblico. Queste scelte non solo preservarono il significato originale, ma aggiunsero un tocco di mistero e sacralità, trasformando ogni battaglia in un’epopea di ideali.

L’Epopea dei Cavalieri

Grazie a queste scelte linguistiche e culturali, la versione italiana de I Cavalieri dello Zodiaco acquisì un tono epico, quasi shakespeariano. I conflitti non erano solo fisici, ma rappresentavano una lotta tra ideali. I combattimenti diventavano manifestazioni di valori profondi, in cui la forza bruta lasciava spazio all’etica e alla giustizia.

La scelta del cast di doppiatori fu cruciale. Voci come quella di Ivo De Palma, che prestò il suo timbro inconfondibile a Pegasus, e Marco Balzarotti, che interpretò Sirio, conferirono profondità e carisma ai personaggi. Ogni doppiatore divenne parte integrante di un mondo che sembrava pulsare di vita, creando un legame emotivo con il pubblico.

Un Impatto Duraturo: Dalle Prime Trasmissioni a Mediaset

Il successo dell’adattamento italiano non si limitò a un fenomeno temporaneo; segnò un’era nel panorama del doppiaggio italiano. I Cavalieri dello Zodiaco venne trasmesso e ritrasmesso su vari canali, consolidando il suo status di culto. Con l’arrivo della serie di Hades, Mediaset si fece carico di mantenere vivo lo spirito epico dell’adattamento originale, affidando a Ivo De Palma il compito di preservare la leggenda.

Oltre la Fedeltà al Manga

Nonostante le critiche dei puristi che avrebbero preferito un’aderenza maggiore al manga originale, è innegabile che l’adattamento italiano abbia avuto un ruolo fondamentale nel successo della serie. Le scelte coraggiose di Stefano Cerioni e Enrico Carabelli hanno trasformato I Cavalieri dello Zodiaco in un capolavoro di interpretazione. Questo anime non è solo una serie, ma un monumento alla creatività, unendo letteratura, linguaggio e una profonda comprensione del pubblico.

Oggi, a oltre venticinque anni dal suo debutto, I Cavalieri dello Zodiaco continua a risuonare, come un canto epico nel cuore di coloro che lo hanno amato e lo ameranno. Un eterno viaggio attraverso le stelle, le battaglie e le storie di eroismo e amicizia, pronto a incantare anche le generazioni future.

maio

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Massimiliano Oliosi, nato a Roma nel 1981, laureato in giurisprudenza, ma amante degli eventi e dell'organizzazione di essi, dal 1999 tramite varie realtà associative locali e nazionali partecipa ad eventi su tutto il territorio nazionale con un occhio particolare al dietro le quinte, alla macchina che fa girare tutto.

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