Il “ Castello di Cagliostro”, del 1979 è, senza ombra di dubbio, l’opera più famosa tra quelle che hanno come protagonista il pronipote di Arsenio Lupin. Si tratta l’opera prima del regista leone d’oro alla carriera, Hayao Myazaki. affermatosi negli anni come uno dei migliori animatori del panorama internazionale.
Ne “Il Castello di Cagliostro”, infatti,fa la sua comparsa un Lupin inedito, al tempo stesso eroico e romantico, poco interessato ai beni veniali e mosso dal rispetto di un proprio codice morale, quindi un personaggio molto differente dal character originale di Monkey Punch, nella quale troviamo un Lupin violento, a volte sadico, attratto, in modo non platonico, dal gentil sesso, e molto attaccato al guadagno personale. Al contrario nel “ il castello di Cagliostro”, il regista riscrive il personaggio di Lupin ispirandosi all’ Arsenio Lupin della letteratura, riuscendo se possibile a migliorarne ulteriormente i modi, così Lupin non è solo ladro gentiluomo, ma anche un eroe capace di combattere, a rischio della vita, un potente e consolidato impero criminale, solo per far sorridere una fanciulla, la piccola Clarisse. La purezza dei sentimenti di Lupin, che non nasconde nessun tipo di secondo fine, permette al ladro di incarnare il ruolo di “ eroe positivo”, sin dal principio, mentre il suo antagonista , il conte di Cagliostro acquisisce i tratti di antagonista pochi munti dopo l’inizio del film.Anche gli altri personaggi seguono i nobili sentimenti di Lupin: Fujiko, nota ai conoscitori della serie animata per la sua avidità, si presta di buon grado a smascherare il perfido conte, mentre Zenigata mette da parte il proprio zelo per contribuire al crollo dell’organizzazione criminale che si cela dietro il tranquillo staterello Questo rapporto conflittuale tra il bene ed il male, è fortemente simboleggiato dai luoghi che i due personaggi erigono a proprie basi operative, entrambe affacciate sul lago di Cagliostro: da una parte il rifugio di Lupin, ossia il palazzo, dell’arciduca di Cagliostro, ormai in rovina, caratterizzato dai larghi spazi luminosi, dall’altro la mastodontica mola del castello medievale, cinto di mura e difeso da enormi cannoni. La struttura del castello, dotato, tra le altre cose di complicati sistemi meccanici è stata la principale fonte di ispirazione per “ Il Castello Errante di Howl. Ma D’altronde l’intero film è un omaggio che Miyazaki ha fatto a se stesso, come se volesse inserire, all’interno del film, una piccola antologia dei suoi lavori più cari. Questi riferimenti sono a volte molto espliciti, come nel caso dei riferimenti ad Heidi, ( il vecchio custode della villa assomiglia moltissimo al nonno della piccola Heidi, i piani di sfondi montani), o più complessi ( il piccolo Aerogiro del conte e la piccola cannoniera ricordano la tecnologia steam punk presente in Conan, ragazzo del futuro), fino a divenire dei riferimenti velati che solo un occhio attento può notare. D altronde, Il Castello di Cagliostro è stato il primo lungometraggio firmato da Miyazaki, e l’autore ha cercato di fondere nel lavoro tutte le esperienze fatte come disegnatore ed animatore.
Il piccolo stato di Cagliostro, descritto da Lupin come la “nazione più piccola del mondo”, è un paese di pura fantasia. Il paese, ed il suo reggente, si arricchisce mettendo in commercio valute falsificate di altri paesi.Il nucleo principale dello stato di Cagliostro è una poderosa rocca medievaleggiante irta di torri, cinta da alti bastioni, che troneggia al centro di un lago; un antico acquedotto romano la rifornisce di acqua. Il lago stesso si trova in una valle contornata da alte montagne innevate. A prima vista, sembra, che questo piccolo paese di fantasia vada collocato proprio in Italia. D’altronde, nel nostro paese è esistito un Alessandro Conte di Cagliostro, ossia l’alchimista, avventuriero, mago e massone Giuseppe Balsamo, ma non sperate di trovare un eventuale contrada di Cagliostro, perché si tratta di un nome d’invenzione, creato dallo stesso Balsamo, per avere accesso alle corti europee sfoggiando un blasone nobiliare. Miyazaki non poteva trovare un nome migliore per il suo piccolo paese e la sua economia parassitica, dunque. Ad onor della cronaca va ricordato che Cagliostro morì, o non morì, come pensa chi crede nei suoi poterimagici, in uno dei più massicci e muniti castelli italiani: il forte di San Leo, contiguo alla Repubblica di San Marino. Quest’ultima, ha sempre goduto di particolari privilegi, tra cui quello di poter battere monete estere a puro scopo numismatico, ed utilizzare le valute di paesi confinanti, come tutti i piccoli enclave. San Marino è divenuto repubblica autonoma nel 1600, ed in qualche modo anche le date di fondazione del “ principato di Cagliostro” coinciderebbero; inoltre, quando Lupin e Jigen entrano a Cagliostro, l’arco sotto cui passano è molto simile agli archi d’ingresso della città di San Marino, mentre i cartelli confinari sono tipicamente italiani; inoltre, poche scene dopo vediamo Jigen e Lupin mangiare con avidità un enorme piatto di spaghetti. Tuttavia come si è detto, San Marino è un’antica repubblica, mentre Cagliostro è retto da un monarca assoluto. Per quanto riguada il sistema politico, probabilmente Miyazaki si è ispirato al piccolo principato di Monaco, retto da cinquecento anni dalla stessa dinastia, i Grimaldi. Da un punto di vista architettonico, invece il parallelo con San Marino non è molto calzalte. La rocca e la sua conformazione fisica, infatti, ricordano più il borgo fortificato di Monts Saint-Michele, nella Bretagna francese. Questo piccolo borgo svetta imperioso su un piccolo promontorio collegato alla terraferma da una lunga lingua di terra, che, durante le forti maree, tipiche di quella zona di costa,viene sommersa completamente dal mare, trasformando il promontorio in una turrita isola. E tuttavia la presenza di resti di epoca romana e lo scenario alpino ricorda moltissimo un altra importante enclave europea, ossia il principato del Lichenstein, al confine tra Austria e Svizzera la cui capitale è stata fondata dai romani e che tuttora vanta dei reperti architettonici di una certa importanza. L’unico indizio che miyazahi ci dà non aiuta molto a fugare i dubbi: Le scene iniziali e finali sono ambientate a Montecarlo, in costa Azzurra, località da cui è possibile raggiungere, con relativa facilità quasi tutti i luoghi elencati.
Nel 1967 Lupin III nasce come fumetto dalla matita di Kazuhito Kato, meglio conosciuto col nome d’arte di Monkey Punch; approda poi nel 1972 sul piccolo schermo, indossando una giacca verde; la serie ottiene buoni risultati e il successo viene consacrato con la seconda del 1977. Il famoso ladro gentiluomo, accompagnato da Jigen, suo braccio destro, sigaretta piegata e Magnum Combat alla mano, e da Goemon, fedele combattente, tredicesimo discendente di un’antica famiglia di samurai, insieme all’affascinante Fujiko/Margot, astuta truffatrice e all’impacciato ispettore Zenigata si sono affermati negli anni come personaggi cult.
Mikado ha deciso di celebrare il connubio tra questo grande autore e Lupin curando un’edizione completamente nuova: è stato infatti acquisito l’internegativo giapponese per poter offrire una qualità superiore delle immagini ed è stato convocato il cast storico della serie per il doppiaggio: Roberto del Giudice (Lupin), Sandro Pellegrini (Jigen), Antonio Palombo (Goemon), Alessandra Korompay (Fujiko) Rodolfo Bianchi (Zenigata).
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