Negli anni ’80, l’Italia vede un’autentica rivoluzione televisiva. È l’epoca in cui i ragazzi, per la prima volta, hanno a disposizione un’intera fascia di contenuti dedicati a loro, con cartoni animati di ogni tipo che riempiono i palinsesti pomeridiani. È facile pensare subito all’ondata degli anime giapponesi, che portano su schermo eroi come Goldrake, Lady Oscar, o Ken il Guerriero. Ma non bisogna dimenticare che in quegli stessi anni arrivano anche una serie di cartoni animati americani altrettanto iconici, che contribuiranno in modo significativo a plasmare l’immaginario collettivo e, con esso, la nascente pop culture. Dall’avventura di He-Man e i dominatori dell’universo, alla grinta di G.I. Joe, fino alla fantasia del cartone ispirato a Dungeons & Dragons, l’animazione americana degli anni ’80 gioca un ruolo fondamentale nel costruire un immaginario comune, fatto di supereroi muscolosi, battaglie epiche, mondi fantastici e valori di amicizia e coraggio.
Questi cartoni animati americani si distinguono dagli anime giapponesi non solo per lo stile grafico, ma anche per il loro tono avventuroso, dinamico e orientato a un intrattenimento che raramente si prende troppo sul serio. Eppure, dietro a ciascuna di queste serie c’è un’idea precisa: creare dei modelli con cui i ragazzi possano identificarsi, portando avanti anche un messaggio educativo, sia pure sotto forma di intrattenimento. He-Man, ad esempio, che combatte per difendere il regno di Eternia dal perfido Skeletor, è il classico eroe impavido e giusto, sempre pronto a sacrificarsi per proteggere i più deboli. Questo tipo di figura eroica, che ricorda i grandi miti della letteratura, introduce i giovani spettatori al concetto di lotta tra bene e male e diventa simbolo di valori come la lealtà e il coraggio.
Altro esempio emblematico di questo spirito è G.I. Joe. Nata come serie di action figures della Hasbro, la serie animata di G.I. Joe racconta le vicende di una squadra di soldati americani che affronta missioni pericolose e sventa i piani del malvagio gruppo terroristico Cobra. Questo cartone animato rappresenta forse l’epitome del patriottismo americano, trasmettendo ai ragazzi ideali di forza, collaborazione e senso di appartenenza a un gruppo. È anche una delle prime serie a proporre personaggi che, pur diversi per abilità e caratteristiche, cooperano come una squadra vera e propria, ciascuno con un ruolo specifico e importante.
Un’altra serie che ha lasciato un segno indelebile è Transformers, un ibrido nipponico/americano: questo franchise infatti nacque inizialmente nel 1984 come giocattoli creati dalla casa giapponese Takara, in seguito i diritti di distribuzione furono acquistati dalla Hasbro e ne vennero tratti anche gli altri media. La storia ruota intorno alla lotta tra gli Autobots, guidati dall’eroico Optimus Prime, e i Decepticons, capitanati dal terribile Megatron. Questo cartone animato, che racconta di robot alieni in grado di trasformarsi in veicoli e macchinari, rappresenta non solo un omaggio alla tecnologia e alla fantascienza, ma anche un’apertura al mondo della creatività e dell’immaginazione. L’idea che una macchina possa trasformarsi in qualcosa di completamente diverso è una metafora che parla della capacità di adattamento e cambiamento, un valore che spesso risuona con i giovani.
Insieme a questi titoli legati alla fantascienza e alla tecnologia, c’è anche spazio per mondi fantastici più vicini alla mitologia e alla magia. La serie animata di Dungeons & Dragons, ad esempio, si ispira al celebre gioco di ruolo e porta su schermo un gruppo di giovani che si ritrova catapultato in un regno magico, dove dovrà affrontare creature e incantesimi per poter tornare a casa. Questa serie, che mescola avventura e fantasy, ha contribuito a diffondere la passione per il genere fantastico e ha aperto le porte a un immaginario che si è poi consolidato in Italia nei decenni successivi, anche grazie alla diffusione dei giochi di ruolo.
Parallelamente a queste grandi serie americane, emergono cartoni animati come BraveStarr, che propone un eroe cowboy dello spazio, e Jem e le Holograms, che racconta le vicende di una giovane cantante pop con una doppia identità segreta. Questi cartoni animati introducono temi ancora diversi, come la possibilità di vivere una doppia vita e la lotta per mantenere i propri ideali in un contesto difficile. Jem, in particolare, con il suo focus sulla musica e sul glamour, segna una piccola rivoluzione, offrendo una rappresentazione di forza e autonomia femminile in un’epoca in cui questo tipo di personaggi era meno comune.
A completare il quadro dell’animazione americana anni ’80 in Italia ci pensano anche i contenitori televisivi, soprattutto quelli della Rai (soprattutto la domenica mattina) per i cartoon americani che diventano dei veri punti di riferimento per i ragazzi. Questi programminon si limitano a trasmettere cartoni animati, ma offrono un contesto di intrattenimento con giochi, interazioni e momenti di condivisione. Attraverso questi contenitori, l’Italia scopre e adotta una nuova forma di televisione per ragazzi, che diventa una parte essenziale del doposcuola e dei momenti di svago pomeridiani.
Negli anni successivi, l’eredità dei cartoni animati americani anni ’80 è rimasta viva, generando un senso di nostalgia per quegli anni e per quei pomeriggi passati davanti alla TV. I personaggi e le storie di quei cartoni animati sono diventati simboli della cultura pop, alimentando una passione che si è tramandata fino a oggi. Dai fumetti, ai remake e ai gadget, i grandi eroi americani anni ’80 hanno creato un immaginario collettivo che continua a influenzare il mondo della cultura nerd e pop, dimostrando che questi cartoni animati hanno contribuito non solo a intrattenere, ma anche a formare intere generazioni con valori, messaggi e un amore inesauribile per il fantastico.