Il 23 dicembre 2016 è una data che rimarrà impressa nei cuori di milioni di fan in tutto il mondo. Carrie Fisher, l’iconica Principessa Leia della saga di Star Wars, ci ha lasciati, portando con sé un pezzo di quella mitologia che ha catturato generazioni. Durante un volo da Londra a Los Angeles, la sua vita è stata tragicamente interrotta da un infarto. A dare il triste annuncio è stata la figlia, Billie Lourd, attraverso un comunicato ufficiale:
“È con profonda tristezza che Billie Lourd (la figlia ndr) conferma che la sua amata madre Carrie Fisher è deceduta alle 8:55 di questa mattina”, è scritto nel comunicato ufficiale del decesso. “È stata amata dal mondo e ci mancherà profondamente. Tutta la nostra famiglia – ha affermato la figlia – vi ringrazia per i vostri pensieri e preghiere”.
Carrie Fisher non è solo un nome, è un simbolo. Figlia dell’attrice Debbie Reynolds, conosciuta per il suo ruolo in Cantando sotto la pioggia, Carrie è diventata una leggenda a soli 19 anni, quando, il 25 maggio 1977, il pubblico ha per la prima volta visto la scritta “tanto tempo fa in una galassia lontana lontana…” sul grande schermo. La sua carriera era iniziata già da adolescente nel musical di Broadway Irene, ma il suo vero grande debutto arrivò con Star Wars. Qui, la giovane attrice incarna Leia Organa, una principessa che è molto più di una semplice figura aristocratica; è una leader, una guerriera e una donna determinata, destinata a diventare un’icona della cultura pop.
Leia, con le sue famose due crocche, ha catturato l’immaginazione di un pubblico vasto, ben oltre i confini dei fan della saga. In effetti, il suo fascino e la sua forza hanno trascorso le decadi, permettendole di rimanere un simbolo di empowerment femminile. Rivederla nel settimo episodio della saga, The Force Awakens, e sapere che sarebbe tornata nel successivo Episodio VIII, previsto per il 2017, ha riempito di gioia i fan. Carrie ha condiviso sul set una chimica innegabile con Han Solo, interpretato da un giovanissimo Harrison Ford, tanto che nel suo libro The Princess Diarist ha rivelato un flirt tra i due, mostrando un lato più personale della sua vita.
Ma la vita di Carrie Fisher non è stata priva di sfide. Dopo il successo iniziale, la sua carriera si è fatta complessa. Nonostante i suoi ruoli in film come The Blues Brothers, Hannah e le sue sorelle e Harry ti presento Sally, Carrie è rimasta intrappolata nell’immagine di Leia, un personaggio che, sebbene amato, le ha impedito di esplorare altre sfaccettature della sua carriera. Negli anni ’70, la Fisher ha lottato con l’abuso di droghe e alcol, affrontando una battaglia che l’ha portata quasi a essere licenziata da The Blues Brothers.
Tuttavia, Carrie ha trovato la forza di riprendersi, iscrivendosi a Narcotics Anonymous e Alcolisti Anonimi. La sua vita privata è stata segnata da relazioni tumultuose, tra cui un matrimonio con il cantautore Paul Simon, che durò solo un anno. Nel 1991, ha avuto una figlia, Billie, da una relazione con l’agente Bryan Lourd, che si concluse quando lui dichiarò la propria omosessualità. Fu solo dopo un’overdose e un esaurimento nervoso che Carrie accettò la sua diagnosi di disturbo bipolare, trasformando il suo dolore in arte e riflessione con lo spettacolo Wishful Drinking.
Carrie Fisher ha saputo utilizzare la sua esperienza per aiutare gli altri, diventando un simbolo di resilienza e vulnerabilità. Nel 2013, ha preso parte come membro della giuria al Festival di Venezia, mostrando che, nonostante le sue battaglie personali, il suo amore per il cinema e per l’arte non era mai svanito.
La sua scomparsa segna la fine di un’era, non solo per i fan di Star Wars, ma per tutti coloro che hanno trovato in lei un esempio di forza e autenticità. Carrie Fisher è stata benedetta e crocifissa dalla sua stessa leggenda, ma, nonostante le sfide, ha sempre mantenuto una luce unica. Il suo spirito vivrà per sempre nei cuori dei fan, un’eterna Principessa in una galassia lontana lontana. Grazie, Carrie, per averci insegnato che la forza non è solo nei combattimenti, ma anche nella capacità di affrontare le avversità della vita.