Una famigliola composta da tre persone si sposta su una casa galleggiante in Australia, cercando di giungere in un punto indicato sulla loro mappa, dove a loro parere troveranno la salvezza. Infatti in Australia si è diffuso un virus che in 48 ore trasforma le persone in zombie e lo scopo della famigliola è quello di salvare la piccola Rosie.
Accidentalmente, mentre ricerca una lametta da barba in una barca arenata Kay viene infettata da uno zombie e inizia il suo processo di trasformazione.
La famiglia continua la sua fuga, mentre gli aborigeni iniziano la lotta contro gli infetti, uccidendoli per potersi salvare. Purtroppo durante la fuga Andy e Kay hanno un incidente e nel frattempo Kay è definitivamente divenuta uno zombie e lo infetta.
Dopo varie peripezie Andy e Rosie vengono in contatto con una bambina aborigena che voleva salvare suo padre ormai zombie, per credenze popolari. La bambina si chiama Thoomi e sarà lei che condurrà la piccola Rosie alla salvezza.
Partiamo dal presupposto che non mi piacciono i film sugli zombie, questo film mi è piaciuto. Sarà anche per la presenza e bravura di Freeman è stato un film scorrevole e carico di tensione emotiva, diverso dal solito, mostra con profondità il rapporto di amore padre/figlia che fino alla fine lotta per poter salvare la sua bambina dall’epidemia.