Cappello a Cilindro – Poeticherie

La partenza (Parigi 1911) è affidata a una manciata di secondi sospesi con leggeri tocchi di piano in stile Yann Tiersen. E in effetti l’atmosfera che si respira in tutto l’album non è troppo distante da quel Favoloso mondo di Amelie di Jean Pierre Jeunet, dove tutto accade così, come per magia.

 

Dal loro cilindro questi cappellai matti tirano fuori la giocoleria, il circo, la luna e i falò, le feste di paese.  I ritmi variano dalla cavalcata balcanica sull’onda dell’Ultimo Walzer a Camera con vista sul ritorno, una ballata che si potrebbe sentire a tarda notte vicino a Trastevere, buttati su qualche ponte, guardando la corrente che scivola via.

Niente offre uno scorcio del miglior De Gregori mentre Mo’m’ariposo giocherella con i passi di tip tap e il charleston anni 30’, ritmi da orchestra swing di Renzo Arbore in gran spolvero. La traccia numero 9 (Piazza di Provincia) se solo fosse cantata in inglese potrebbe appartenere a Beautiful Freaks degli Eels. Un ottimo esordio che si confronta con i grandi cantautori italiani unendo testi di qualità a ritmi incalzanti, come in sedia di paglia  e mal di schiena, dove si sente l’eco di Vinicio Capossela, reggendo anche il confronto. Un’opera prima piena di fantasia e di “poeticherie” come il buon vino che sembra accompagnare queste poesie in maniera naturale. Sito web:  www.cappelloacilindor.it

Track List
1. Parigi 1911
2. Ultimo Waltzer
3. Notte rosso tiziano
4. Mal di schiena
5. Camera con vista sul ritorno
6. Guarda che luna
7. Mo’ m’ariposo
8. Rum & pera
9. Piazza di provincia
10. Niente
11. Sedia di paglia
12. Collezioni polverose
13. 24 dicembre

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