Capitan Sherlock

Rimettendo a posto la mia eterogenea collezione di fumetti, di vario genere, mi son capitati tra le mani, i tre volumetti che comprendevano la saga a fumetti di Capitan Sherlock. Si avete letto bene il nome, questi comics non sono altro che le avventure del discendente di Sherlock Holmes, ambientante in un futuro prossimo/lontano, un miscuglio tra Goldrake vedendo come sono disegnate le uniformi dei personaggi e di Capitan Harlock, visto che il protagonista oltre ad affrontare la crudele regina Nefera che fa il verso a Raflesia regina delle Mazoniane, egli è ai comandi dell’Albatros, una sorta di vascello marino che può anche viaggiare nello spazio. Creata nel 1979 dalla Epierre edizioni “Edizioni Periodiche per Ragazzi”, all’interno della collana Telefumetto, costo per numero di 1,500 lire pari a circa 75 centesimi di euro tutto a colori.

In futuro prossimo.  la Regina Nefera del pianeta Algor, decide di invadere il pianeta Terra per ridurre in schiavitù la popolazione e di disporre delle risorse del pianeta come la sua più crudele fantasia la stimoli. A fronteggiare la malvagia regina vi sono il Professor Stanley e Capitan Sherlock; discendente dell’investigatore Sherlock Holmes e comandante dell’Albatros un sottomarino multifunzione che grazie al genio del Professor Stanley riesce anche a volare nello spazio. Dopo aver sconfitto le forze di invasione della perfida Nefera, Sherlock parte alla volta di Algor per sconfiggere definitamente la perfida Nefera e liberare dall’oppressione gli abitanti di Algor.

Si la trama alla fine è tutta qui, ma alla fine non ci si poteva aspettare tanto in un totale di 3 albi di 40 pagine l’uno, uscita anche in un contesto dove c’erano pochi fumetti in circolazione di questo tipo di genere se non Topolino e le varie versioni, oppure quando si riusciva a trovare il “Corriere dei Piccoli”. Rileggendolo adesso a distanza di quasi quarant’anni mi viene quasi tenerezza pensando che da bambino mi entusiasmavo per quelle trame veloci e ingenue e i disegni molto semplici ma con linee pulitissime, confrontando con i fumetti di oggi, sembra un opera elementare. Ma ogni volta che leggevo quelle pagine mi catapultavo in quell’universo e sognavo anche io con gli occhi di un bambino di viaggiare nello spazio. Questo è uno dei casi che sembra uscito dalle labbra dei nostri “nonni” ci si divertiva molto con poco, cosa che si stà pian piano perdendo vista l’esigenza che ha il pubblico moderno di trame complicatissime e piena di intrighi che si ramificano, e di disegni quasi psichedeliche; a volte però ripensando al passato anche le cose semplici davano grandissime emozioni.

 

 

By Marco Talparius Lupani

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