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Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza

Per me un pirata è sinonimo di libertà. Ho compreso fin da giovane che un drappo pirata può rappresentare le vestigia di noi stessi, quando combattiamo per un ideale.

L’Arcadia è un microcosmo, l’unione di tante persone che si aiutano a vicenda e non sanno se faranno mai ritorno dalle loro avventure.

LEIJI MATSUMOTO 

È il 9 aprile del 1979 quando il pubblico italiano “incontra” per la prima volta uno dei personaggi più iconici dell’intera animazione giapponese in una serie tv divenuta leggendaria. Il film “L’Arcadia della mia giovinezza” (Waga Seishun no Arcadia) è stato realizzato dalla Toei per conto della Tokyu nel 1982. È il primo segmento della vita di Harlock ed è il film pilota della seconda serie TV intitolata appunto “Waga Seishun no Arcadia – Mugen Kido SSX”. Come la serie, “L’Arcadia della mia giovinezza” non è tratta da un manga di Matsumoto, il quale si limita a fare solo la supervisione. La storia è molto ben curata e ci fornisce la risposta a molte curiosità.

Ci presenta Toshiro, il costruttore dell’Arcadia, la regina Esmeralda, il primo amore di Harlock (una certa Maya) e soprattutto scopriamo come Harlock si è procurato la ferita che lo ha reso orbo. Tecnicamente è un gran bel film, realizzato con maestria e soluzioni all’avanguardia. La colonna sonora di stampo epico rafforza le scene di battaglia, mentre ogni singolo personaggio viene curato nel design. Impressionanti sono le astronavi realizzate con sorprendente e maniacale cura da uno staff veramente eccellente. Kazuo Komatsubara è cresciuto molto rispetto alla prima serie di Harlock e i risultati lo dimostrano. Certo, i personaggi non hanno raggiunto la loro maturità e anche lo stesso Harlock è molto diverso da come siamo abituati a vederlo, ma vederlo non dispiacerà a nessuno.

45 anni dopo, il pirata dello spazio creato dalla fantasia del geniale Leiji Matsumoto, Capitan Harlock è diventato una vera e propria icona della pop culture. Benda nera a coprire un occhio, cicatrice che gli attraversa il volto, un lungo mantello nero, stivali che anticipano il suo arrivo con passo leggero ma autoritario. Capitan Harlock è prima di tutto un personaggio nato a fumetti nel 1977 per mano di Leiji Matsumoto, che al corsaro dello spazio aveva in realtà dedicato più di un’opera, quelle dove il protagonista è conosciuto come il “proto-Harlock”. In un manga del 1972, Gun Frontier, ambientato nel vecchio West, Harlock fa per esempio la conoscenza con il giapponese Tochiro: colui che diventerà nella fenomenologia della serie il suo migliore amico, nonché il costruttore geniale della nave Arcadia. Il pirata diventa una star nel 1978 quando Toei dà vita alla celeberrima serie animata in 42 episodi diretta da Rintarō. Nell’anime l’Arcadia cambia colore rispetto al fumetto, un colore blu notte. Inoltre, per accentuare il tono drammatico e nostalgico della trama viene creato il personaggio di Mayu: la piccola è molto affezionata a Harlock e in più di un’occasione giocherà un ruolo centrale nell’affetto e nelle decisioni del pirata. Se in Giappone il corsaro spaziale occupa le pagine dei principali mensili specializzati in animazione e viene omaggiato da numerosi libri illustrati, in Italia la popolarità della serie si fa registrare anche grazie al successo della sigla cantata da La banda dei bucanieri (Fonit Cetra), scritta da Luigi Albertelli con Vince Tempera.

In “Capitan Harlock: L’Arcadia della mia giovinezza” la guerra contro gli Illumidiani é perduta, la libertà una chimera. Un valoroso guerriero torna, stanco ma indomito, sul suo pianeta occupato: il suo nome è Harlock. Le città sono in rovina e i governanti corrotti non hanno esitato a vendersi all’invasore. Ma c’è ancora qualcuno che combatte per la libertà: Maya, la “voce” della resistenza; Zoll, il mercenario di Tokarga deciso a vendicare il suo popolo; Emeraldas, una piratessa spaziale. E infine Tochiro, legato ad Harlock da un’amicizia che si trasmette da generazioni, il geniale costruttore di una possente astronave che porta il nome di un’utopia: Arcadia. La battaglia per la libertà sta per iniziare.

L’unico grave difetto di questo film (e anche della serie che seguirà) è che l’Arcadia, da ibrido astronave/galeone, diventa (sembra per una questione di diritti) una fredda astronave di solido acciaio; splendida nell’insieme, ma ben lontana dallo stridente lirismo della “vera” Arcadia. In Italia venne trasmesso per la prima volta nel 1990, quando Italia 7 lo spezzettò in cinque parti e li trasmise come episodi della serie. Del film ne esistono due versioni: quella trasmessa da Italia 7, che contiene la vecchia sigla TV e presenta diverse censure (e se non ricordo male un altro doppiaggio) e quella della Yamato Video che presenta un’edizione più curata senza tagli e con il ripristino della bellissima sigla di coda… Infatti, nella versione di Italia 7 (che io possiedo), mentre assistiamo al mesto finale, la triste musica che scandisce gli eventi viene interrotta dalla, pur bellissima, ma inadeguata sigla della “Banda dei Bucanieri”.

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta

Gianluca Falletta, creatore di Satyrnet.it, finalista nel 2019 di Italia's Got Talent, è considerato "il papà del Cosplay Italiano". Come uno dei primi sostenitori e promotori del fenomeno made in Japan in Italia, Gianluca, in 25 anni di attività ha creato, realizzato e prodotto alcune delle più importanti manifestazioni di  settore Nerd e Pop, facendo diventare Satyrnet.it un punto di riferimento per gli appassionati. Dopo "l'apprendistato" presso Filmmaster Events e la Direzione Creativa di Next Group, due delle più importanti agenzie di eventi in Europa, Gianluca si occupa di creare experience e parchi a tema a livello internazionale e ha partecipato allo start-up dei nuovissimi parchi italiani Cinecittà World, Luneur Park e LunaFarm cercando di unire i concetti di narrazione, creatività con l'esigenza di offrire entertainment per il pubblico. Per info e contatti gianlucafalletta.com

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