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L’errore di traduzione del Cammello e la Cruna di un Ago

Nel Vangelo di Matteo, una delle frasi più celebri e discusse è senza dubbio quella che recita: “È più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago che per un ricco entrare nel Regno dei Cieli” (Matteo 19:24). Questa affermazione di Gesù, apparentemente paradossale, ha dato luogo a innumerevoli discussioni teologiche e interpretative. Tuttavia, un’analisi più approfondita delle parole originali e delle loro traduzioni potrebbe svelare ulteriori strati di significato e risolvere alcune incomprensioni storiche.

La Traduzione di San Girolamo

San Girolamo, uno dei padri della Chiesa e traduttore della Bibbia in latino (la Vulgata), ha interpretato la parola greca “κάμηλος” (kamelos) come “cammello”. Questa traduzione ha plasmato la comprensione comune della frase, rendendola una metafora potente ma curiosamente surreale: immaginare un grande animale come il cammello che tenta di passare attraverso un minuscolo foro di un ago. Tuttavia, alcuni studiosi hanno sollevato la possibilità che ci possa essere stato un errore di trascrizione o interpretazione. La parola greca “κάμιλος” (kamilos), molto simile a “kamelos”, si riferisce a una grossa corda o cavo, usato nelle navi per l’ormeggio. Questa ipotesi suggerisce che il detto originale potrebbe essere stato “è più facile per una grossa corda passare attraverso la cruna di un ago”, un’immagine meno surreale ma ancora evocativa di una difficoltà estrema.

Indipendentemente dalla parola usata, sia “cammello” che “grossa corda” trasmettono lo stesso messaggio di difficoltà estrema. La metafora intende sottolineare quanto sia arduo per una persona ricca, attaccata ai beni materiali, entrare nel Regno dei Cieli. Entrambe le immagini sono efficaci nel comunicare questa verità spirituale, sebbene l’una sia più concreta e l’altra più astratta.

Analisi Linguistica e Storica

Per determinare quale versione sia più coerente, è utile esaminare i contesti linguistici e culturali. Nella Palestina del I secolo, il cammello era un animale comune e noto per le sue dimensioni imponenti, rendendo la metafora immediatamente comprensibile agli ascoltatori di Gesù. D’altro canto, l’uso di corde spesse per l’ormeggio delle navi sarebbe stato familiare soprattutto ai pescatori e ai commercianti, gruppi specifici dell’uditorio di Gesù. Gli studi linguistici evidenziano che l’errore di trascrizione tra “kamelos” e “kamilos” sarebbe plausibile, date le somiglianze grafiche tra le lettere “η” (eta) e “ι” (iota) nei manoscritti greci. Tuttavia, non vi è consenso unanime tra gli studiosi, e molte versioni moderne della Bibbia mantengono la traduzione tradizionale con “cammello”.

Implicazioni Teologiche e Spirituali

Da un punto di vista teologico, la metafora del cammello può essere vista come una sfida più estrema e visivamente potente. La difficoltà di un ricco nel rinunciare ai suoi beni per seguire Cristo è paragonata a una impossibilità fisica quasi assurda, sottolineando la necessità di una trasformazione radicale del cuore e della mente. Al contrario, la metafora della grossa corda, pur mantenendo il senso di grande difficoltà, potrebbe apparire più plausibile e meno iperbolica. Ciò potrebbe rendere il messaggio più accessibile e meno facilmente fraintendibile per alcuni lettori moderni.

La questione se Gesù abbia parlato di un cammello o di una grossa corda resta aperta e probabilmente irrisolvibile in modo definitivo. Tuttavia, entrambe le interpretazioni servono lo scopo di illustrare l’insegnamento fondamentale: la difficoltà estrema per i ricchi di entrare nel Regno dei Cieli a causa del loro attaccamento ai beni materiali. Questa riflessione sull’interpretazione di “kamelos” ci invita a considerare non solo la precisione filologica ma anche la profondità del messaggio spirituale che trascende le parole e le immagini usate. Indipendentemente dalla traduzione, la chiamata di Gesù a vivere una vita di distacco dai beni terreni e di dedizione al Regno di Dio rimane chiara e incisiva.

 

Maria Merola

Maria Merola

Laureata in Beni Culturali, lavora nel campo del marketing e degli eventi. Ama Star Wars, il cosplay e tutto ciò che riguarda il mondo del fantastico, come rifugio dalla realtà quotidiana. In particolare è l'autrice del blog "La Terra in Mezzo" dedicato ai miti e alle leggende del suo Molise.

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