Bullismo e body shaming nel Cosplay italiano

Il cosplay è un’attività creativa e divertente che consiste nel ricreare gli outifit di personaggi di fumetti, film, videogiochi o altri media e interpretarli al meglio. Chi pratica il cosplay lo fa per passione, per esprimere la propria ammirazione per i propri idoli, per socializzare con altri appassionati o semplicemente per divertirsi. Tuttavia, il cosplay non è sempre un mondo di colori e gioia: a volte, infatti, può diventare il bersaglio di attacchi e critiche basati sull’aspetto fisico dei cosplayer.

Questo fenomeno si chiama body shaming, ed è una forma di bullismo che consiste nel denigrare qualcuno per le sue caratteristiche fisiche, spesso lontane dai canoni estetici di riferimento. Il body shaming può colpire il peso, la forma del corpo, l’altezza, il colore della pelle, i lineamenti del viso, la presenza di smagliature, cellulite o altri segni che rendono il corpo umano. Il body shaming può essere espresso verbalmente, con insulti, commenti sarcastici o ironici, o tramite i social media, con messaggi, foto o video offensivi.

Il body shaming ha gravi conseguenze psicologiche su chi ne è vittima, come depressione, disturbi alimentari, bassa autostima, isolamento sociale o tendenze suicide. Chi subisce il body shaming si sente inadeguato, vergognoso, colpevole e rifiutato. Queste emozioni possono influenzare negativamente la qualità della vita, le relazioni, il rendimento scolastico o lavorativo e la salute fisica e mentale.

Nel mondo del cosplay, purtroppo il body shaming è abbastanza diffuso e dannoso, perché si basa sul confronto tra il corpo reale del cosplayer e quello ideale del personaggio interpretato. Spesso, infatti, i personaggi dei media sono disegnati o rappresentati con proporzioni irrealistiche, muscoli scolpiti, curve perfette, pelle liscia e senza imperfezioni. Chi si discosta da questi modelli viene giudicato in modo negativo, sia da chi non condivide il cosplay come hobby, sia da chi lo pratica in modo competitivo o elitario.

Il body shaming nel cosplay può assumere diverse forme, come:

  • La discriminazione basata sul genere, l’orientamento sessuale o l’identità di genere del cosplayer. Ad esempio, si possono ricevere commenti offensivi se si interpreta un personaggio del sesso opposto (crossplay), se si esprime la propria sessualità in modo aperto (cosplay sexy) o se si appartiene a una minoranza LGBTQ+.
  • La discriminazione basata sull’etnia o la nazionalità del cosplayer. Ad esempio, si possono ricevere commenti razzisti se si interpreta un personaggio di una diversa origine etnica o culturale, o se si proviene da un paese diverso da quello del personaggio.
  • La discriminazione basata sulle abilità o le disabilità del cosplayer. Ad esempio, si possono ricevere commenti disabili se si interpreta un personaggio con una diversa condizione fisica o mentale, o se si ha una disabilità visibile o invisibile.
  • La discriminazione basata sulla qualità o la fedeltà del costume o degli accessori. Ad esempio, si possono ricevere commenti snob se si indossa un costume comprato, fatto in casa, di bassa qualità o non perfettamente identico a quello del personaggio.

Come combattere il body shaming nel cosplay?

Il body shaming nel cosplay è un fenomeno che va contrastato e prevenuto, perché mina il senso di appartenenza, il divertimento e la libertà di espressione di chi lo pratica. Per farlo, è necessario promuovere una cultura dell’inclusività, del rispetto e della tolleranza, sia online che offline. Ecco alcuni suggerimenti per farlo:

  • Educare se stessi e gli altri sul significato e le conseguenze del body shaming, e sul valore del cosplay come forma d’arte e di intrattenimento.
  • Sostenere e incoraggiare i cosplayer che subiscono il body shaming, offrendo loro sostegno, comprensione e solidarietà.
  • Denunciare e segnalare i casi di body shaming, sia sui social media che nelle fiere o negli eventi, e chiedere l’intervento delle autorità competenti se necessario.
  • Valorizzare e apprezzare la diversità e la creatività dei cosplayer, senza giudicarli in base al loro aspetto fisico, ma in base alla loro passione, al loro impegno e alla loro espressività.
  • Essere consapevoli e orgogliosi del proprio corpo, accettandolo e amandolo per quello che è, e non per quello che dovrebbe essere.

Il cosplay è un’arte che “si crea e si vive” e dovrebbe essere fonte di gioia, divertimento e condivisione, non di sofferenza, vergogna e solitudine. Il body shaming è un fenomeno che va contrastato e prevenuto, perché tutti hanno il diritto di sentirsi liberi e felici di esprimere se stessi attraverso il cosplay.

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