Immaginate di trovarvi nel cuore dell’antica Italia, dove miti e leggende si intrecciano in una trama affascinante. Qui, il Mediterraneo custodisce un patrimonio archeologico di inestimabile valore, minacciato dall’incessante antropizzazione delle coste e dal degrado ambientale. Per millenni, questo mare è stato solcato da uomini, merci e idee. Oggi, più che mai, è necessario volgere nuovamente lo sguardo ai suoi tesori sommersi.
Sotto le onde dell’Adriatico, nelle acque che lambiscono la costa del Molise, giace un mistero. Tra Termoli e Petacciato, frammenti di un passato remoto emergono dalla sabbia: pezzi di anfore e colonne antiche, segni tangibili di una storia sepolta. Si narra che oltre duemila anni fa, un cataclisma abbia inghiottito una città intera, lasciando dietro di sé statue spezzate, resti di capitelli e ancore romaniche come silenziosi testimoni di un’epoca perduta.
La Misteriosa Città di Buca
Nel territorio che un tempo portava il nome di Penna Luce, l’Adriatico potrebbe celare la leggendaria città di Buca, un antico porto frentano descritto da autori classici come Strabone, Plinio, Mela e Tolomeo. Lucia Checchia, studiosa di Termoli, ha esplorato questo mistero nel suo libro “Un patrimonio sommerso. Il porto frentano di Buca tra storia, tutela e valorizzazione”.
Negli anni ’70, un gruppo di coraggiosi archeologi scoprì un sito sommerso tra la Torre del Sinarca e la Torre costiera di Petacciato, noto oggi come Aspro. Qui, tra sabbie mobili e correnti misteriose, potrebbe celarsi la fiorente città portuale di Buca. Il professore Filippo di Donato, analizzando fotografie aeree a raggi infrarossi, ipotizzò l’esistenza di una città sommersa. Negli anni ’90, il professore Piergiorgio Data condusse ulteriori ricerche, producendo spettacolari immagini video delle immersioni realizzate da Sergio Cipolla. Questi video, trasmessi sulle reti televisive nazionali e locali, catturarono l’immaginazione di molti, alimentando il mistero.
Scoperte e Prove Archeologiche
Le esplorazioni hanno rivelato circa 1000 mq di resti, con mura perimetrali di varie altezze, da pochi centimetri fino a 4 metri. Tra i ritrovamenti: muri in mattoni e calcare, basamenti di costruzioni quadrangolari, una struttura in laterizio, lastre di diverse dimensioni, una colonna dorica e materiali fittili. Secondo Data, l’inabissamento della costa potrebbe essere stato causato da una frana o un evento sismico. È altamente probabile che si tratti dell’antico Oppidum Frentano di Buca, un importante scalo marittimo dell’epoca di Augusto.
Ulteriori prove sono emerse con il ritrovamento di una necropoli frentana a Porticone, a circa 2 km dalla costa. Gli scavi, iniziati nel 1978, hanno portato alla luce oltre cento tombe risalenti alla seconda metà del VI secolo a.C. Questi sepolcri, situati lungo il costone meridionale della Valle del torrente Sinarca, mostrano un’interruzione nel V secolo a.C., con una ripresa nel secolo successivo.
Ricerche più recenti hanno rivelato una strada lastricata che, partendo dalla spiaggia, si immerge nel mare. Dal 2010, il Progetto Atlantide ha portato al recupero di due ceppi in piombo di ancore romane, confermando l’importanza della zona come snodo cruciale per i traffici commerciali in epoca romana e preromana. Anche Vasto rivendica che Buca si trovasse presso Punta Penna, ma le certezze mancano.
Alla Scoperta di Nuovi Segreti
Gianfranco De Benedittis, un archeologo determinato, sta scavando sulla riva del Biferno, verso Campomarino. Preferisce chiamare il sito “antico porto della Frentania”, lasciando aperte le ipotesi sulla reale ubicazione di Buca. Le ricerche continuano e, come veri esploratori dell’antico, attendiamo con impazienza ulteriori scoperte che possano svelare nuovi segreti di questo affascinante sito sommerso.
L’Atlantide del Molise ha ancora molte storie da raccontare, e noi siamo pronti ad approfondire anche grazie al prezioso lavoro della Dottoressa Lucia Checchia, autrice del libro “Un patrimonio sommerso. Il porto frentano di Buca tra storia, tutela e valorizzazione“. Avventurieri e appassionati di archeologia, tenetevi pronti: l’Atlantide del Molise ha ancora molte storie da raccontare.
Fonte: molisecoast.com/poi/antica-citta-di-buca/