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Breve storia dell’animazione

Se volessimo provare a datare e contestualizzare il fumetto e la sua nascita probabilmente troveremmo parecchie difficoltà. Essendo il fumetto un’arte, un grandissimo mezzo espressivo che mette insieme disegni e parole, non possiamo non riconoscerne degli antenati illustri. I graffiti rupestri, ad esempio, che risalgono al 10-15.000 a.C. , sono le prime immagini che aspirano al movimento. Siamo invece  nel 1000 a.C. quando, con la nascita del “teatro delle ombre”, le immagini prendono vita e sembrano voler anticipare il cinema moderno.


Anche la nota Colonna Traiana
del 113 d.C. è stata definita il primo fumetto dell’antichità, in quanto rappresenta il racconto per immagini della conquista in Dacia di Traiano. Al 1100 d.C. risale invece il primo esempio di “balloon” rappresentato da un manoscritto dell’ Apocalisse; qui due angeli che parlano tra loro in latino sembrano riprodurre il moderno fumetto. La prima commistione di immagini e musica è da ricercarsi nelle tavole illustrate del 1300 d.C. dove pannelli divisi per scene raccontano immagini in sequenza accompagnate dal suono di strumenti musicali.

Ma siamo nel 1826 con il taumatropio (disco dipinto da entrambi i lati con attaccate due corde che fatto girare fa si che le immagini si fondano in un unico movimento) e nel 1877 con il prassinoscopio quando sembrano aver vita i primi “cartoni animati”. E’ proprio con quest’ ultima invenzione di Emile Reynaud, che permetteva con un gioco di lenti e una lanterna magica di proiettare su un telo una specie di filmato con figure disegnate su un rullo di carta, che nasce ufficialmente il primo cinema d’animazione. Anche se la data ufficiale della nascita del cinema si fa risalire, convenzionalmente, alla prima proiezione dei fratelli Lumière nel 1895 con l’invenzione della macchina da presa.

Nello stesso anno nasce “Yellow Kid”, un inserto a fumetti pubblicato la domenica sul “Times” considerato  il primo fumetto ufficiale della storia moderna. Con Georges Méliès e la sua “luna antropomorfizzata” , l’ animazione si reinventa e il cinema diventa espressione del realismo e rappresentazione di altro. Ma, è grazie alle cosiddette  Fregoligraph che nasce il primo sonoro in Italia. Il creatore, l’ attore–trasformista Fregoli, definito da molti “un vero e proprio cinematografo vivente”, col megafono sul palcoscenico dava vita ai personaggi delle sue comiche.

Nel 1910 nasce dalla penna di Herriman come cartone animato vero e proprio, con trama gatto-topo, “Krazy Kat”. Del 1917 è invece “Felix the cat” di Pat Sullivan. Nel 1928 Walt Disney fa nascere il leggendario Mickey Mouse nel primo cartone animato sonoro Steamboat Willie, vera e propria rivoluzione del cinema di animazione, binomio indissolubile di musica e immagini. Il primo lungometraggio animato della storia del cinema arriva insieme all’uso del technicolor nel 1937 ed è “Biancaneve” , vera e propria opera musicale a cui vengono assegnati vari oscar tra cui quello per le musiche che in sottofondo rafforzano il parlato, il quale in alcuni tratti potrebbe anche non esserci perché sostituibile appunto dalla musica, vera voce dei personaggi.

Ma è con “Silly Simphonies” che Disney, frequentatore dei musical di Broadway, si aggiudica il primo Oscar per un cartoon. E il cinema di animazione in un mix di immagini, musica e balletto si combina con quello ancora più raffinato che Disney crea nel 1940 in “Fantasia”. Qui il colore, il suono, il movimento si uniscono all’uso magistrale che Disney fa della grande musica classica.

 Il cartoon rappresenta probabilmente il sogno dell’arte del ‘900, una vera rivoluzione e una consacrazione di Disney al cinema, simulacro della realtà. A ogni splendida melodia si associa un’ equivalente immagine visiva e ogni movimento viene riprodotto dal vivo e filmato o fotografato; ad esempio per i balletti vengono ingaggiate ballerine professioniste che mimano le posizioni di danza classica e indossano i veri costumi che riproducono l’animale da rappresentare nella parodia.

Negli stessi anni lavorano per Walt Disney Hanna e Barbera, creatori di Tom&Jerry, Flinstones, Braccobaldo (uno tra i primi cani dei cartoon). I “rivali” studi di animazione della Warner Bros creano invece, alla fine degli anni ’30, una famosa schiera di personaggi della serie “Looney Tunes” tra cui Titty e Silvestro, Porky pig, Bugs Bunny , primo personaggio non parlante che si presenta come pianista di musica da strada. Così la Warner dissacra le melodie usate da Disney e fa nascere le prime serie televisive con leit motive.

Degli anni ’30 è poi “Betty Boop”, parodia grottesca delle dive dell’epoca  della Rko, casa di produzione di successi horror. Negli anni ’40 nascono invece i supereroi tra cui “Superman”, in Italia “Nembo kid”, e “Spiderman”, supereroe con problemi inventato da Marvel. In Italia il via ai cartoon avviene in Rai con “Carosello” e sulla stessa rete ancora con “Gulp” e “Supergulp” : le musiche diventano più vicine a noi ma solo alla fine degli anni ’70 arriveranno le vere sigle su influenza dei fumetti giapponesi, i cosiddetti “manga” da distinguersi dai cartoon chiamati invece “anime”.

Il padre del manga è sicuramente “Astroboy” del 1951 di Osamu Tetzuka a cui seguono nel 1963 i cartoni di Myazaki ispirati a favole europee, e le geniali invenzioni di Go Nagai, fondatore della Dynamic, che crea “Mazinga Z” e “Jeeg robot” nel 1972. Qui il tema è quello della fantascienza e dei robot con l’aggiunta del tema erotico, in una commistione di azione e ironia. Nel 1974 Go Nagai realizza invece serie tv ma è nel  1975 l’arrivo del mitico ufo-robot “Goldrake”.

Le famosissime anime “Candy”, “Lady Oscar”, “Lamu”, “Heidy” impazzano negli anni ’80 insieme al lungometraggio di Otomo “Akira” del 1989. Nel 2002 il maestro giapponese di anime Myazaki vince l’ Oscar e l’Orso d’oro al festival di Berlino con “La città incantata” come miglior film d’animazione. La Disney intanto continua a produrre grandi capolavori, prima ispirandosi alle grandi fiabe come “La sirenetta” del 1989, poi grazie all’innovazione digitale e all’ utilizzo del computer per la lavorazione dei suoi film di animazione e alle collaborazioni con gli studi Pixar per i più recenti “Toy-story” del 1995, nel 2001 “Monster&Co” , “Alla ricerca di Nemo” del 2003, “Gli Incredibili” del 2005, quest’ultimi vincitori di Oscar come migliori film d’animazione.

E che si tratti di cartoon e musica, di vignette, didascalie, di fumetti con parole e immagini, o privi di essi ma che aspirino sempre a catturare e rendere vivo il  suono, il loro potenziale espressivo fa sì che possiamo considerarli davvero un grandissimo strumento di comunicazione, a cui spesso e soprattutto in un contesto universitario come il nostro  non viene data l’importanza che merita.

  di Erika Taverna

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