Brasile e Nuvole. Trent’anni e più di incanto e disincanto

La prima volta che Bruno Barba è stato in Brasile, complice uno zio emigrato a San Paolo, era il 1990. L’ultima invece è stata lo scorso inverno (2023): nel paese appena uscito dagli anni di Bolsonaro e di nuovo guidato da Lula. In questi 30 anni, da quando Barba era un giovane studente di antropologia ad oggi, sono stati svariati i soggiorni che ha compiuto nel più grande paese sudamericano, tanto da creare con questa terra un legame indissolubile. In Brasile e nuvole. Trent’anni e più di incanto e disincanto, in uscita il prossimo 3 novembre per Milieu Edizioni, Barba racconta per la prima volta il paese da dentro e le sue tante scoperte fatte di ricerca e incontri con i maggiori esponenti culturali del Paese, alternando i ricordi con il racconto in presa diretta dell’ultimo viaggio.

Mauro Berruto ha commentato:

«Bisogna guardare le cose da un’angolazione diversa per scoprire, come un ragazzo  brasiliano mi disse, che non è vero che Rio de Janeiro è la città più bella del mondo.  La città più bella del mondo è Niterói, che sorge proprio di fronte, dall’altra parte della  Baia di Guanabara, perché è da lì che si può vedere tutta l’infinta bellezza di Rio de  Janeiro, il capolavoro della natura. A questo serve il libro di Bruno Barba: a farci  affacciare da un meraviglioso belvedere dal quale godere di tutte le contraddizioni e  incantamenti del Brasile, terra adorada»

Da San Paolo a Bahia, passando per Rio, sulle tracce dei personaggi dei libri di  Amado, raccontando di candomblé e tradizioni, ma anche di calcio e di Carnevale. La  progressiva scoperta dei misteri del Brasile, periferia dell’Impero, terra che  nell’immaginario appare come bellissima, verde, vergine e selvaggia, che nasconde  aspetti traumatici e spesso irrisolti. Barba, studiando le feste popolari, si ritrova nel  mondo magico degli orixás, periferico eppure così marcante. Studia il meticciato culturale imparando parole, visioni e attitudini nuove: mostrandoci un Brasile, oggi di  nuovo attraversato da pulsioni razziste e ultraconservatrici, sempre in grado di  mostrare la sua faccia più vera, disinvolta, ribelle e anticonformista.

BRUNO BARBA insegna Antropologia all’Università di Genova. Studia il meticciato in Brasile  e si occupa di sport e di calcio in particolare. Tra i suoi libri: Un antropologo nel pallone (Meltemi), Rio de Janeiro (Odoya), San Paolo (Odoya), Calciologia. Per un’antropologia del  football (Mimesis), Il corpo, il rito, il mito (Einaudi).

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