Black Mirror è una serie che ha fatto molto parlare di sé, quindi per curiosità ho iniziato a vederla, ma mi sono fermata dopo due stagioni. Non mi ha fatto impazzire, l’ho trovata un po’ pesante, è vero che rappresenta uno specchio della realtà e di come potremo finire un giorno, ma non è esattamente il tipo di serie che fa per me. Probabilmente proverò a rivederla, anche perché non mi piace lasciare le cose in sospeso, ma non mi ha colpita in maniera positiva, nonostante abbia vinto un International Emmy Award come miglior miniserie televisiva e nel 2017 l’episodio San Junipero della terza stagione abbia vinto l‘Emmy Award come “miglior film per la televisione”.
Black Mirror è una serie televisiva britannica, prodotta da Charlie Brooker per Endemol. Si tratta di una serie antologica, in quanto scenari e personaggi sono diversi per ogni episodio. La fiction, ambientata nel futuro, ma in realtà ispirata al mondo di oggi, è incentrata sui problemi di attualità e sulle sfide poste dall’introduzione di nuove tecnologie, in particolare nel campo dei media (il titolo si riferisce allo schermo nero di ogni televisore, monitor o smartphone). È stata trasmessa in prima visione su Channel 4 dal 4 dicembre 2011 e in Italia su Sky Cinema 1 dal 10 ottobre 2012.
Ogni episodio è a sé stante, e il filo conduttore è l’incedere e il progredire delle nuove tecnologie, l’assuefazione e i loro effetti collaterali. Vengono immaginate e ricreate diverse situazioni del mondo moderno o futuro in cui una nuova invenzione tecnologica o un’idea paradossale ma realistica ha, in qualche modo, destabilizzato la società e i sentimenti umani. Sicuramente interessante, forse un po’ esasperata, o magari finiremo davvero così, tra le stagioni che ho visto mi è piaciuta di più la prima, perché siamo sempre alla ricerca di un giudizio (positivo) da parte degli altri a costo di perdere molte cose.
Menzione d’onore alla prima puntata della quarta stagione, ispirata a Star Trek: USS Callister. L’episodio si apre con la plancia di una nave spaziale con un uomo al comando e i suoi sottoposti ad eseguire gli ordini. La scenografia è semplice, proporzionata, insieme alla qualità dell’immagine alla vecchia televisione. Siamo a bordo della USS Callister, ma potrebbe essere benissimo l’Enterprise a partire dalle divise e i dialoghi. Ovviamente quello che stiamo vedendo non è ciò che sembra.
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