Biancaneve contro la Strega Maliziosa: un fumetto scandaloso che ha scosso gli anni ’70

La celebre fiaba di Biancaneve, resa iconica da Disney quasi 80 anni fa, è ben nota a tutti. Tuttavia, la versione disneyana è molto più dolce rispetto alla vera favola originale dei fratelli Grimm, che metteva in mostra il lato oscuro e crudele dell’epoca in cui è stata scritta, all’inizio dell’Ottocento. Niente uccellini che cantano con i cuccioli di cervo o sette nani felici. Al contrario, la strega cattiva ordina al cacciatore di portarle il fegato e i polmoni della ragazza per cenare. In altre versioni, i nani costringono la strega a ballare indossando scarpe di ferro incandescente, fino alla morte.

Ma una versione ancora più distorta della fiaba è stata presentata da Edifumetto negli anni ’70, con “Biancaneve contro la Strega Maliziosa”. In questo albo erotico, la Strega Maliziosa incarica l’orribile orco di abusare di Biancaneve, sarà però il bellissimo Uomo Uccello a cambiare il destino di Biancaneve, dopo che persino il Signore dei Serpenti e l’Uomo Cavallo avevano fallito miseramente nel loro tentativo.

Nel frattempo, la regina tenta di sedurre il Principe azzurro, ma lui rifiuta ogni avance, determinato a concedersi solo alla dolce Biancaneve. La giovane non ha più ostacoli sul suo cammino, né da Robin Hood, né tantomeno dai Sette Nani. Sì, ci sono anche loro nel fumetto, anche se hanno nomi un po’ più particolari rispetto all’originale. Montolo, Brutolo, Anulo, Occhiolo, Segolo, Chiappolo e Masoccolo sono i loro nomi, e ognuno riflette il loro carattere peculiare.

Questo fumetto sexy-soft di Biancaneve appartiene allo stile classico che potrebbe oggi far sorridere, ma che rappresenta gli inizi di quel genere che negli anni successivi avrebbe portato al nero-horror-porno. Una tipologia che ha avuto inizio alla fine degli anni ’60 e nei primi anni ’70. Renzo Barbieri e Rubino Ventura, gli ideatori del fumetto, hanno creato una situazione sexy-grottesca, mettendo insieme stratagemmi dopo stratagemmi, con dialoghi talvolta spaventosi e un uso smodato di gerundi. Anche i disegni di Leone Frollo sembrano frettolosi e sono limitati da una rigida griglia di riquadri fissi, tutti uguali. Tuttavia, è innegabile l’importanza storica di quest’opera nell’evoluzione e nella diffusione del fumetto, così come il suo valore commerciale per l’epoca delle storie contenute.

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