Il 1° gennaio 1995 segnò un momento cruciale per gli appassionati di picchiaduro e per la nascita di un’iconica serie che avrebbe cambiato il panorama videoludico dell’epoca. “Battle Arena Toshinden”, sviluppato da Tamsoft e pubblicato da Takara per PlayStation, ha infatti rappresentato uno dei primi esperimenti di picchiaduro tridimensionale. Un salto tecnologico e un’innovazione che avrebbe rivoluzionato il genere, portando una nuova dimensione ai giochi di combattimento a incontri.
Nonostante il suo debutto sulla console Sony, “Battle Arena Toshinden” ha visto una vita lunga e variopinta, con conversioni per altre piattaforme, tra cui il Sega Saturn (dove il gioco si trasformò in “Toshinden Remix”) e per PC, che includeva come personaggio speciale l’amato Earthworm Jim. Questo titolo, che ha consacrato la sua popolarità tra i fan della PS1, è stato anche incluso nel pacchetto di giochi di PlayStation Classic, un tributo alla sua storicità nel mondo dei videogiochi.
La trama del gioco è piuttosto semplice ma affascinante: otto combattenti, ognuno con motivazioni e storie personali, si sfidano in un torneo misterioso organizzato da una “Società Segreta”. Ogni personaggio ha un proprio scopo da realizzare, che va dalla vendetta al desiderio di risolvere questioni irrisolte del passato. Il fascino di “Battle Arena Toshinden” sta proprio nel fatto che ogni lottatore porta con sé una narrazione che arricchisce l’esperienza di gioco. Tra i protagonisti troviamo Eiji Shinjo, un spadaccino giapponese in cerca di suo fratello, Kayin Amoh, un rivale leale, e una serie di personaggi eccentrici come Rungo Iron, il forzuto minatore, e Fo Fai, il mago cinese con misteriosi poteri.
Dal punto di vista del gameplay, “Battle Arena Toshinden” si distingue per l’introduzione di un sistema di combattimento tridimensionale. Grazie all’utilizzo dei tasti L e R sul controller della PlayStation, il giocatore può spostarsi liberamente nello spazio tridimensionale, un’innovazione che all’epoca era ancora piuttosto rara. Ogni personaggio è dotato di un ampio set di mosse, attacchi speciali e di un “desperation attack”, una mossa letale che si attiva quando l’energia del combattente è quasi esaurita, introducendo una dinamica di tensione e adrenalina. Sebbene il gioco fosse affascinante e innovativo, il movimento tridimensionale era ancora poco raffinato, con le arene di combattimento che, se lasciate, causavano la sconfitta immediata del combattente.
Il gameplay era arricchito da una serie di mosse difensive, come il blocco degli attacchi con il tasto “indietro”, che aggiungeva una dimensione tattica alla sfida. Inoltre, il gioco presentava una varietà di arene, ciascuna con il proprio stile e caratteristiche, aggiungendo varietà e profondità all’esperienza di gioco.
La ricezione di “Battle Arena Toshinden” fu generalmente positiva, nonostante alcune critiche. La rivista Electronic Gaming Monthly lo ha incluso nella lista dei migliori picchiaduro del 1995, anche se successivamente lo definì come uno dei giochi più sopravvalutati dell’anno. In Italia, tuttavia, il gioco ha avuto un’accoglienza trionfale, tanto che la rivista Game Power gli assegnò un punteggio di 105/100, un record che nessun altro gioco avrebbe mai eguagliato. La critica lo apprezzò per l’innovazione tecnica, pur riconoscendo alcune limitazioni nei controlli e nelle meccaniche di gioco.
Il successo di “Battle Arena Toshinden” portò alla creazione di vari seguiti, tra cui “Battle Arena Toshinden 2”, “Battle Arena Toshinden 3” e “Toshinden 4”, ma il primo episodio rimase il più iconico. Nonostante alcuni alti e bassi, tra cui l’accoglienza tiepida del capitolo su Nintendo Wii nel 2009, la serie ha mantenuto un posto speciale nella storia dei videogiochi, anche grazie al suo adattamento anime, “Tōshinden”, rilasciato nel 1996, che contribuì a espandere l’universo della saga.
“Battle Arena Toshinden” ha, quindi, un posto di rilievo nella storia dei picchiaduro. Non solo ha introdotto un nuovo tipo di esperienza tridimensionale in un genere tradizionalmente bidimensionale, ma ha anche creato un mondo di personaggi e narrazioni che avrebbero influenzato molti altri giochi di combattimento successivi. Trent’anni dopo, il gioco continua a essere ricordato come un caposaldo della PlayStation 1 e una pietra miliare nell’evoluzione dei picchiaduro a incontri.
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