L’11 giugno 1993, esattamente trent’anni fa, usciva in Italia “Bagliori nel buio” (“Fire in the Sky”), un film di fantascienza diretto da Robert Lieberman che si ispira a una delle storie di rapimento alieno più celebri di sempre, quella di Travis Walton. Il film si basa sull’esperienza raccontata da Walton stesso nel suo libro del 1978, “The Walton Experience”, che narra il suo presunto incontro con gli alieni dopo essere scomparso per cinque giorni nel 1975.
“Bagliori nel buio” segue un gruppo di taglialegna dell’Arizona che, tornando a casa dopo una giornata di lavoro, avvistano una misteriosa luce nel bosco. Travis Walton, incuriosito, si avvicina per investigare, ma viene colpito da un raggio di luce emanato da un UFO e sviene. I suoi compagni, presi dal panico, fuggono, ma quando tornano a cercarlo, lui è scomparso. La polizia locale, scettica, sospetta che il gruppo abbia assassinato Walton e che stia usando una storia di rapimento alieno come copertura. Tuttavia, dopo cinque giorni, Walton ricompare in stato confusionale, senza memoria di ciò che gli è accaduto. Poco a poco, inizia a ricordare dettagli inquietanti della sua esperienza: test dolorosi, incontri con creature extraterrestri e un ambiente claustrofobico e terrificante.
Differenze tra film e realtà
Se il film adotta un taglio decisamente horror e claustrofobico, il racconto originale di Travis Walton presenta alcune differenze sostanziali. Nel suo libro, Walton afferma di essersi svegliato su un tavolo operatorio circondato da piccoli esseri extraterrestri, noti come “Grigi”, e di essere riuscito a fuggire prima di incontrare alieni dalle sembianze umane con capelli biondi e occhi dorati. Il film, invece, enfatizza il lato più terrificante del rapimento, con alieni ostili che sottopongono Walton a esperimenti invasivi e spaventosi. Un’altra grande discrepanza riguarda il momento del ritrovamento: nella realtà, Walton fu ritrovato con gli stessi vestiti che indossava al momento della scomparsa, mentre nel film viene mostrato completamente nudo e traumatizzato.
Uno degli elementi che rende “Bagliori nel buio” un film unico nel suo genere è la sequenza del rapimento, considerata una delle più spaventose e realistiche mai realizzate nel cinema di fantascienza. Lieberman crea un’atmosfera angosciante con scenografie opprimenti e un uso sapiente della colonna sonora, trasportando lo spettatore in un incubo extraterrestre. Gli alieni del film non sono affatto le creature enigmatiche e distaccate di “Incontri ravvicinati del terzo tipo”, ma esseri crudeli che operano con freddezza disumana su Walton.
Robert Patrick, noto per il suo ruolo del T-1000 in “Terminator 2”, interpreta Mike Rogers, il migliore amico di Walton e leader della squadra di taglialegna, mentre D.B. Sweeney veste i panni del protagonista Travis Walton. Accanto a loro, Peter Berg e James Garner offrono interpretazioni solide che conferiscono credibilità alla narrazione. La regia di Lieberman, sebbene a tratti grezza, riesce comunque a mantenere alta la tensione e a restituire il senso di paranoia e isolamento vissuto dai personaggi.
“Bagliori nel buio” si distingue da altri film di fantascienza per il suo approccio realistico e documentaristico, evitando eccessi di effetti speciali o complotti governativi alla “X-Files”. Questo lo rende un’opera peculiare che, pur senza grandi successi al botteghino, è diventata un cult tra gli appassionati del genere. Tuttavia, il film ha anche generato controversie: alcuni spettatori hanno criticato l’eccessiva drammatizzazione della storia, mentre gli scettici continuano a ritenere che la vicenda di Walton sia una montatura.
Un caso reale o una bufala?
La storia di Travis Walton ha sempre diviso l’opinione pubblica. Gli scettici sostengono che il suo racconto sia stato costruito ad arte per ottenere notorietà e che i testimoni abbiano concordato la storia per evitare problemi con la polizia. D’altro canto, ci sono coloro che credono fermamente nel suo resoconto, ritenendolo uno dei casi di rapimento alieno meglio documentati di sempre.
“Bagliori nel buio” rimane una delle rappresentazioni cinematografiche più intense e disturbanti di un presunto rapimento alieno. Se siete appassionati di misteri extraterrestri, il film merita sicuramente una visione. Non cerca di convincervi della veridicità della storia, ma vi pone davanti ai fatti e lascia che siate voi a decidere. Che ci crediate o meno, una cosa è certa: dopo aver visto questo film, guarderete il cielo con occhi diversi.
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