Può un album squisitamente pop essere depresso e angosciante? La risposta è affermativa nel caso di “There’s something going on” dell’inglese Stephen Jones, in arte Babybird.Uscito nel lontano 1998, “There’s something going on” conquista con le sue melodie accattivanti, sommerse da un mare di malinconia e desolazione, il tutto condito con testi amari e grotteschi.Si parte con “Bad old man”, che narra di un uomo che regala ai banbini gelati con al loro interno delle lame.

Si prosegue con “If you’ll be mine”, puro gioiellino pop e la splendida “Back together”, nella quale Jones chiede disperatamente alla sua amata di tornare con lui.“I was never here” parte lenta e malinconica per poi esplodere fragorosamente alla fine, probabilmente l’unico pezzo “duro” della carriera di Babybird.Con “First man on the sun” il ritmo aumenta e si torna su territori meno tormentati, anche se pervade un pizzico di inquietudine.“You will always love me”, solo voce e tastiere, parla di una storia di amore ossessiva, mentre “The Life” è un blues ipnotico.“All men are evil” è country e ricorda vagamente i Doors, “Take me back” un’accorata e commovente richiesta a una ex ragazza.La penultima traccia è “It’s not funny amore”, un capolavoro struggente carico di angoscia.Infine la title track, una ballata low-fi solo voce piano e accenni di chitarra.“There’s something going on” è un disco di rara bellezza, il migliore della carriera di questo artista inglese.