Oltre mille chilometri, da Roma a Brindisi, che hanno visto scorrere un flusso ininterrotto di persone, merci, idee, civiltà. Una strada che ha accolto file di pellegrini diretti in Terra Santa, condottieri pronti a salpare per il Mediterraneo e schiavi ribelli, tra cui il celebre Spartaco, puniti severamente per la loro ribellione. La Via Appia, eccellente prototipo del sistema viario romano e crocevia di culture, entra ufficialmente nella lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità, riconosciuta dall’UNESCO durante la 46ª sessione del Comitato a Nuova Delhi, nel luglio 2024.
Questa antica via, che fu una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico, fu iniziata nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco, collegando inizialmente Roma a Capua. Negli anni successivi, la strada fu prolungata fino a Brundisium (l’odierna Brindisi), porto di fondamentale importanza nell’antichità da cui partivano le rotte commerciali per la Grecia e l’Oriente. Considerata dai Romani la “regina viarum” (regina delle strade), la Via Appia ha avuto un impatto economico, militare e culturale immenso sulla società romana.
Larghi tratti della Via Appia sono ancora oggi conservati, specialmente nei sobborghi di Roma, e sono meta di un turismo archeologico che continua a crescere. Il percorso originario, partendo da Porta Capena vicino alle Terme di Caracalla, attraversava città come Ariccia, Terracina, Fondi, Formia e Capua, prima di proseguire verso Benevento, Venosa, Taranto e infine Brindisi. Questo tracciato fu ampliato e migliorato durante il governo di vari imperatori romani, inclusi Augusto, Vespasiano, Traiano e Adriano. Traiano, in particolare, costruì la Via Appia Traiana, una diramazione che attraversava l’Apulia con un nuovo percorso più vicino alla costa.
Oltre a garantire un rapido movimento delle truppe verso l’Italia meridionale, la Via Appia facilitò il commercio e la diffusione culturale. Essa accorciava i tempi di viaggio tra Roma e i grandi centri del Meridione, permettendo l’afflusso di prodotti artigianali e aprendo la società romana alla cultura greca. Nei decenni successivi alla costruzione della strada, a Roma si diffusero il teatro, la lingua greca, e crebbe l’apprezzamento per l’arte e la letteratura ellenica, nonché nuove dottrine filosofiche e religiose.
Nel corso dei secoli, la Via Appia ha visto molteplici eventi storici. Uno dei più drammatici fu nel 71 a.C., quando circa 6.000 schiavi ribelli guidati da Spartaco furono crocifissi lungo la strada tra Roma e Capua, come monito per gli altri schiavi. Dopo la caduta dell’Impero romano d’Occidente, la manutenzione della strada venne trascurata, ma alcuni tratti rimasero in buone condizioni per secoli.
Negli anni ’50 e ’60, il tratto iniziale della Via Appia fu scelto come sede per esclusive ville residenziali della società romana, mentre nel 1988 fu istituito il Parco Regionale dell’Appia Antica per preservare il patrimonio storico-archeologico e paesaggistico. Questo parco è un museo a cielo aperto dove la storia si fonde con la natura, offrendo un’esperienza unica a chi lo visita.
La candidatura della Via Appia a Patrimonio dell’Umanità è stata promossa dal Ministero della Cultura italiano, coinvolgendo quattro regioni, tredici città metropolitane e province, settantaquattro comuni, quattordici parchi, venticinque università, associazioni e rappresentanze delle comunità territoriali. Un lavoro di squadra che ha portato alla “consacrazione della nostra storia, tradizione e identità“, come ha sottolineato il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano.
Il riconoscimento dell’UNESCO è solo un punto di partenza per un’ulteriore valorizzazione della Via Appia, con l’obiettivo di sviluppare un percorso turistico che attragga visitatori da tutto il mondo, preservando allo stesso tempo questo inestimabile patrimonio storico e culturale. La Via Appia, con la sua lunga storia e la sua importanza culturale, continua a essere un simbolo del glorioso passato di Roma e dell’Italia, un’arteria vitale che ha unito e continua a unire civiltà e culture.