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Antica Roma tra sedie e sgabelli

Le case dei Romani avevano un arredamento essenziale. Negli appartamenti delle insulae si trovavano quasi esclusivamente i poveri letti di chi vi abitava, probabilmente non mancava un tavolino o qualche tipo di base d’appoggio, magari addossata a una parete, o eventualmente un baule per contenere gli abiti e poche altre cose. Non esistevano armadi e i letti erano usati anche come divani o per mangiare. Nelle domus invece, si potevano trovare arredi più ricchi e complessi, ma si tendeva comunque a lasciare libere le pareti, che generalmente erano affrescate o adornate da quadri e ritratti, anzi, gli eventuali arredi erano studiati e posizionati proprio allo scopo di mettere in maggior risalto le decorazioni.
 
Ciò che non mancava, tuttavia, erano sedie e sgabelli, come si evince dalle immagini di numerosi dipinti, dove personaggi comuni, ma anche dei e dee, sono assisi su seggiole di varia foggia. Oltre alla “sella curule” cioè la piccola seggiola pieghevole e portatile che in epoca arcaica era appannaggio esclusivo dei re, all’origine di questi arredi, c’era molto probabilmente la sedia greca, elegante e funzionale, dotata di schienale, ma senza braccioli. Dalle case greche, le sedie passarono prima a quelle etrusche e poi a quelle romane.
 
La fattura delle sedute dell’Urbe era estremamente varia: si andava dal semplice sgabello quadrato a quattro zampe, costruito in legno, alla seggiola semplice, fino a vere e proprie poltrone, molto differenti fra loro per aspetto e dimensione. Il materiale maggiormente utilizzato era il legno, che poteva essere più o meno pregiato, ma non mancavano sedie impagliate o poltrone intrecciate in vimini, assai simili a quelle moderne: un esempio di queste è stato ritrovato, sotto forma di scultura, nel sepolcro di un cittadino romano. Era però in uso anche il metallo (sebbene gli artigiani del legno avessero raggiunto una straordinaria perizia), che permetteva di realizzare mobili dalle fogge più snelle ed elaborate, ma di grande resistenza. Esistevano anche seggiole o poltrone composite, in cui legno e metallo venivano utilizzati insieme: alcuni affreschi pompeiani mostrano, per esempio, poltrone dalle gambe così sottili da dover essere necessariamente di metallo.
 
E’ anche probabile che molte parti di cui erano composte queste sedute venissero montate in maniera di volta in volta differente, per realizzare mobili di aspetto diverso, secondo i gusti del committente, così si potevano avere sedie simili, ma, per esempio, con i piedi in legno, in metallo o in avorio. Lo stesso accadeva per i braccioli e gli schienali. Anche per i cuscini, le imbottiture e le stoffe di rivestimento variavano in base al gusto di chi le utilizzava, o alla tipologia di abitazione che si voleva arredare, e andavano dalle più semplici alle più ricche, con stoffe impreziosite anche da fili d’oro o piccole perle.
 
Redazione

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